Non c’è trippa per gatti

Continuiamo a preoccuparci della stuzzicadente

CESENA. Forse Draghi lo sapeva già: un conto è guidare il board della Bce, un altro è sedere sulla poltrona di presidente del Consiglio. Fra i due organismi c’è una differenza sostanziale: nel cda della Banca Centrale Europea siedono tecnici preparati che si confrontano, spesso partendo da posizioni opposte, sui temi, mentre ai vertici della politica (non solo quella italiana) ci sono molti affabulatori, abili soprattutto come piazzisti. Per quello ieri, mentre tutto il mondo o quasi, dibatteva sui problemi della terra e sulle politiche necessarie per cercare di ridurre i guasti provocati dagli uomini, in Italia ci si accapigliava sull’orario sul quale far finire il coprifuoco.

Matteo Salvini

Premesso che spostarlo un po’ in avanti (soprattutto in previsione dell’estate) sarebbe una decisione logica, è anche facile immaginare che un provvedimento sarà preso. Secondo alcuni quotidiani c’è già un impegno da parte del presidente del Consiglio. Il problema è che, ancora una volta, a dettare l’agenda è stato Matteo Salvini. Ma non per colpa sua, lui fa il suo lavoro e lo fa anche bene. E’ inutile pensare che il leader della Lega vada oltre la propaganda. 

Lo attesta anche un’intervista rilasciata ieri da Alessandra Ghisleri, al Tempo. La regina dei sondaggisti ha detto che in questo momento non c’è travaso di voti fra centrodestra e centrosinistra. Ma ci sono assestamenti nei vari schieramenti. Soprattutto nel centrodestra dove è in corso un derby fra Lega e Fratelli d’Italia. E, aggiungo io, Matteo Salvini e Giorgia Meloni se li stanno contendendo a colpi di populismo. Il giochino è chiaro: per la leader di Fratelli d’Italia è tutto sbagliato, mentre il numero uno leghista gioca il ruolo del politico di lotta e di governo. Uno schema che continuerà a riproporsi anche perché i due esponenti politici rispondono alle esigenze della loro base. 

Ed è per quello che dei guai del pianeta se ne interessano fino ad un certo punto. Ma non sono gli unici. Il clima non è un tema molto gettonato fra i conservatori. Non a caso è stato calcolato che solo il quattordici per cento dei repubblicani Usa sarebbe disposto ad appoggiare iniziative ambientaliste. Non tanto perché non ci credono, bensì perché potrebbe comportare un maggior prelievo fiscale per le imprese, a partire da quelle inquinanti, ma soprattutto (notizia dell’ultima ora) per le intermediazioni finanziarie. Mentre forse non sarebbe un male prevedere un aumento delle aliquote per i guadagni che garantisce la borsa.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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