I giornali e il copia/incolla

L'infornazione deve essere identitaria

CESENA. Sei di parte. Mi è stato detto a più riprese quando soprattutto nei vent’anni in cui ho guidato la redazione di Cesena del Corriere Romagna. Un’ “accusa” che non solo non mi ha creato problemi, ma che non ho neppure mai rigettato. Non ho mai nascosto le mie simpatie politiche e di lavorare per fare un giornale che avesse una posizione in linea con le mie convinzioni. Questo non deve né meravigliare e tanto meno scandalizzare perché è impensabile ritenere che il giornalista sia un vigile o un notaio. Chi lo pensa apprezza l’informazione copia e incolla. Cosa da abiurare perché è la morte civile dell’informazione. Il dovere del giornalista è un altro: non censurare nessuno.

Tutto questo perché un giornale è un prodotto commerciale come tutti gli altri e per avere  successo deve rispondere ad un elemento fondamentale: essere identitario. Non si può piacere a tutti. E’ la regola del mercato. Un negozio di abbigliamento non può soddisfare le  richieste di tutti, idem un ristorante. Lo stesso dicasi per un giornale. Ho sempre sostenuto che un quotidiano locale debba avere un’idea di città e portarla avanti. E’ per quello che, ad esempio, sui parcheggi ho sempre portato avanti una posizione anche se rischiava di essere impopolare. Questo non significa che abbia negato spazi a chi la pensava in maniera diversa, a partire da Corrado Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio.

Una persona con la quale mi sono scontrato, ad esempio, è Denis Ugolini, politico di spicco e illuminato, col quale spesso avevamo una visione diversa delle cose. E, come si suol dire, non ci siamo mai risparmiati niente. Questo non significa che non ci fosse rispetto fra di noi. Anzi, lui ha sempre avuto lo spazio che meritava sul Corriere e io ne avevo uno su “Energie nuove”, il periodico che Ugolini editava. 

Nello contempo sono sempre stato accusato di essere troppo accondiscente con Paolo Lucchi. C’è chi mi ha definito un cagnolino scodinzolante. Non ho mai negato il legame di amicizia e stima con l’ex sindaco e riconosco che non ho mai nascosto la condivisione di parecchie scelte, così come era stato fatto per gli altri sindaci. Non  per accondiscenza, bensì perché sceglievano progetti nei quali il giornale credeva. Nello stesso tempo non è mai mancata la critica quando la situazione era opposta. Ma non è mai stata una critica precostituita, così come non lo era nei confronti di nessuno. 

Per la verità non si tratta di niente di strano. E’ quello che fanno tutti i giornali Ma nessuno critica Repubblica, Il Corriere, LIbero o Il Fatto. Invece a livello locale si pensa che l’informazione debba essere un bollettino che come scopo principale deve avere quello di riportare pedissequamente le varie posizioni evitando anche di tagliare i comunicati pure quando sono lunghissimi. Insomma l’esaltazione del copia/incolla. 

Questo post è stato letto 56 volte

Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *