Le manutenzioni regine dei lavori pubblici

Se ne parla troppo poco. Cesena spende tre milioni l'anno. serve personale

CESENA. Keynesiani non si nasce, si diventa. Esserlo significa non condividere il liberismo, ma, soprattutto, ritenere che gli investimenti pubblici siano sempre e comunque fondamentali. In particolare nei periodi di crisi, ma non solo. Giordano Conti, apprezzato sindaco, ha sempre detto che in una città dove ci sono gru al lavoro c’è benessere. Questo perché l’edilizia (residenziale e non) è uno straordinario moltiplicatore dei soldi investiti. Parliamo di oltre il 2,5. Insomma, l’estrema sintesi della filosofia di Keynes.

Christian Castorri

Per questo un keynesiano non può che essere soddisfatto di quello che ha detto nei giorni scorso Christian Castorri, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici: ammontano a quasi ottanta milioni di euro gli investimenti che palazzo Albornoz sta gestendo dal 2020. Più soldi a bilancio però significano anche più scadenze da rispettare. Ed è inevitabile che il personale sia sotto pressione. Però non si possono fare le nozze coi fichi secchi. Una politica keynesiana necessita dei soldi perché senza lilleri non si lallera. Ma servono anche strutture adeguate, leggesi personale. Anche perché il percorso dell’opera pubblica è ricco di complessità determinate anche dal fatto che, a causa della burocrazia, passa molto tempo dal momento in cui vengono stanziati i soldi a bilancio alla sua realizzazione.

Quando si parla di lavori pubblici però ci si concentra sui cantieri che aprono e chiudono, ma c’è una voce sottovalutata: la manutenzione. Cesena deve gestire oltre seicento km di strade e 2,2 milioni di metri quadrati di verde pubblico. In due anni (2020 e 2021) sono stati spesi 6,5 milioni di euro equamente divisi fra strade e verde. Dunque stiamo parlando di tre milioni l’anno (il fatturato di un’aziendina) che non sono un’una tantum, ma interventi da fare tutti gli anni, senza soluzione di continuità. E’  forse la voce più importante dei lavori pubblici di un Comune, perché le singole opere passano, ma le buche nelle strade o l’erba alta nei parchi restano. Del resto ci si straccia le vesti se la riapertura di un viadotto slitta di un pò di tempo, ma non ci si rende conto che per gli automobilisti è più fastidioso percorrere strade in pessime condizioni. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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