RAVENNA. È online il nuovo portale di valorizzazione delle collezioni storiche dell’Istituzione Biblioteca Classense: Cdc – Collezioni digitali classensi, visitabile all’indirizzo https://classense.unibo.it/s/Classense/page/home.
Si tratta del primo progetto che persegue l’obiettivo di mettere a disposizione del pubblico tutto il patrimonio digitale che la biblioteca ospita sui server istituzionali, finora accessibili solo in sede. Un fondamentale strumento di valorizzazione e storytelling del patrimonio digitale, complementare al catalogo Scoprirete e ad esso collegato, funzionale ad ampliare gli strumenti informativi e divulgativi messi a disposizione dalla Classense.
“La sfida alla base del progetto – sottolinea l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia – è quella di restituire alla cittadinanza, ma non solo, un immenso patrimonio di oggetti digitali prodotto negli anni dal Laboratorio fotografico della Biblioteca Classense e di farlo con modalità idonee al valore bibliografico e informativo delle collezioni, adattandosi agli standard internazionali di valorizzazione digitale del patrimonio culturale”.
Il progetto pilota è partito dalla creazione di una collezione digitale su quella che è una delle raccolte iconografiche più importanti del patrimonio classense: il Fondo fotografico di Corrado Ricci (1858-1934). Seguendo i percorsi suggeriti dalle immagini presenti nel corpus fotografico del grande studioso ravennate, è stato possibile creare quasi 4500 oggetti digitali e oltre 40 collezioni digitali, dando origine così a percorsi di scoperta della storia della Classense nel suo complesso, di tutte le sue sale e delle opere ospitate, dei suoi personaggi storici e di alcuni dei tesori più rappresentativi, a partire dal codice di Aristofane (ms. 429) fino alla collezione delle xilografie quattrocentesche.
“La sperimentazione che ha condotto alla pubblicazione della prima versione di Cdc – aggiunge la direttrice della Biblioteca Classense Silvia Masi – è partita un anno fa, frutto di una strategica partnership interistituzionale che ha visto coinvolte la nostra istituzione e l’Università di Bologna, con la preziosa collaborazione dei colleghi dei laboratori FrameLab del Dipartimento di Beni Culturali di Ravenna e di DH.arc (Digital Humanities Advanced Research Centre) del Dipartimento di Filologia classica e italianistica di Bologna. Una collaborazione che tra l’altro ha visto la Biblioteca ospitare oltre 10 tirocini curriculari e che continuerà anche nei prossimi due anni, con l’obiettivo di realizzare mostre e tour virtuali, repository digitali e progetti di digital storytelling per la conoscenza e la fruizione delle collezioni, sperimentando concretamente le potenzialità e le opportunità della cosiddetta transizione digitale”.
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