La Beata Benedetta Bianchi Porro è la nuova patrona di Dovadola 

Gabriele Zelli: "Alla notizia non è stata data la giusta attenzione"

La notizia della delibera approvata dal Consiglio comunale di Dovadola che individua in Benedetta Bianchi Porro la patrona del paese, da festeggiare il 23 gennaio di ogni anno in occasione della data della morte della Beata, al posto di Sant’Andrea non ha avuto l’attenzione che merita. Non solo per gli aspetti di carattere civile che si determinano in occasione di tale ricorrenza, cioè una giornata festiva da osservare da parte di tutte le attività lavorative, ma soprattutto perché a richiedere tale cambiamento furono un centinaio di dovadolesi che firmarono una petizione. Il documento fu consegnato l’8 agosto 2020, anniversario della nascita di Benedetta, a mons. Livio Corazza, Vescovo di Forlì, e a Francesco Tassinari, sindaco di Dovadola, affinché avviassero le procedure per il cambiamento che i firmatari chiedevano. 
È altresì importante sottolineare che il testo sottoscritto dai cittadini partiva dal presupposto che il 14 settembre 2019, nella Cattedrale di Forlì, Benedetta Bianchi Porro era stata dichiarata ufficialmente beata, dopo che il relativo processo, avviato il 25 gennaio 1976, aveva portato, il 23 dicembre 1993, papa Giovanni Paolo II ad emettere un primo decreto per il riconoscimento dell’eroicità delle virtù dichiarandola Venerabile. Nella petizione si sosteneva inoltre che dopo la morte di Benedetta il messaggio di speranza che la stessa aveva infuso pubblicamente, attraverso le sue testimonianze, affrontando con coraggio una terribile malattia era giunto in tutto il mondo grazie a pubblicazioni tradotte ad oggi in oltre venti lingue, compresi il giapponese, l’arabo e l’ebraico. 
Nel testo venivano evidenziate inoltre le innumerevoli attività prodotte per diversi decenni da parte dalla Parrocchia di Dovadola, dalla Diocesi di Forlì-Bertinoro, dai familiari di Benedetta, da Anna Cappelli, dagli amici di Benedetta, dall’Associazione per Benedetta Bianchi Porro e dalla Fondazione a lei intitolata affinché si arrivasse alla dichiarazione di beatificazione.
Il documento sottolineava anche il fatto che, come viene evidenziato in ogni occasione In cui Benedetta è stata ricordata da importanti prelati della Chiesa, ci si trova dinnanzi ad un’esistenza affascinante che vede la grandezza umana e spirituale di una giovane donna straordinariamente dotata che ha saputo superare coraggiosamente e tradurre in chiave evangelica le condizioni più negative che possono accompagnare un individuo e segnarne inesorabilmente la vita quotidiana. Ragazza di bell’aspetto, dotata di intelligenza e ricca di personalità, ben presto verrà trasformata dalle patologie debilitanti e dal dolore insistente e incalzante, che ne deturperanno il fisico. Tutto il suo corpo alla fine era diventato, come è stato efficacemente evidenziato da più parti, un crocifisso vivente: sordità, cecità, paralisi, insensibilità, privazione dell’olfatto e dell’odorato, afonia, quasi l’annullamento di ogni forma di comunicazione con le persone a lei care e con il resto del mondo. Questa sequenza di sofferenze e di distruzioni fisiche, porterà Benedetta ad una unione profonda con la fede nella preghiera e quindi ad esaltare con la sua eroicità l’esercizio di tutte le virtù. Se la sua vita fu tutta sotto il crescente segno della sofferenza, fu anche sotto il crescente segno della santità, di cui si accorsero le persone che l’accostavano e ricevevano da lei mirabili insegnamenti di fede e di carità.
I firmatari della petizione aggiungevano che le virtù che hanno caratterizzato la breve ma intensa vita della Beata Benedetta, segnata dalla malattia, potevano essere da esempio per le comunità di tutto il mondo alla luce dell’enorme sofferenza cui sono state sottoposte e vengono tuttora sottoposte dalla diffusione della pandemia generata dal virus Covid 19. Gli estensori e i sottoscrittori della petizione non potevano certo immaginare che una sofferenza altrettanto drammatica sarebbero stati chiamati ad affrontarla i cittadini ucraini in seguito all’invasione da parte della Russia e che in tutto il mondo si accentuassero i conflitti armati.
Proprio per questo ci si aspetta che anche da un piccolo, ma importante Paese del nostro comprensorio, possa ripartire e riprendere quella attività tesa ad affratellare le persone.

(Gabriele Zelli)

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).