RAVENNA. Dal 2 al 7 maggio la città di Ravenna, con i suoi preziosi luoghi di cultura, diventa il
palcoscenico di POLIS Teatro Festival, con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata
Tomšič / ErosAntEros.
In questa sua sesta edizione il festival rafforza la sua vocazione di festival di teatro contemporaneo europeo con un focus internazionale sui Balcani e un epilogo straordinario in collaborazione con Ravenna Festival il 10 e 11 giugno 2023. La nuova edizione con oltre 25 eventi diffusi tra Teatro Rasi, Artificerie Almagià, MAR – Museo d’Arte della città, Teatro Socjale e Teatro Alighieri, mette al centro del festival i maggiori protagonisti della scena contemporanea europea, incentivando il dialogo tra culture e generazioni differenti di artisti, studiosi e spettatori. POLIS Teatro Festival è sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Otto per Mille della Chiesa Valdese, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Spettacolo simbolo di questa edizione dedicata ai Balcani è Dannato sia il traditore della patria sua! del regista bosniaco-croato Oliver Frljić, uno degli artisti più provocatori del panorama teatrale europeo, lavoro sulla disgregazione dell’ex-Jugoslavia, che a 13 anni dal debutto continua ad attraversare i più importanti palcoscenici del mondo. Ancora, tra le ospitalità di primo piano, il drammaturgo kosovaro Jeton Neziraj, che, con lo spettacolo, in prima nazionale, Vergine giurata, affronta la tradizione albanese delle donne che decidono di vivere come uomini, mettendola in relazione con le questioni di genere e lo show business contemporanei; e Branko Šimić, artista poliedrico originario di Tuzla (Bosnia), città gemellata con la Provincia di Ravenna, che con l’installazione performativa Il minatore di Husino, rievoca, in chiave disco, la rivolta dei minatori di
Husino (1920) per riflettere sulla transizione dal socialismo al post-capitalismo. Riflettori puntati anche su artisti internazionali più giovani, ma già affermati all’interno del panorama teatrale europeo, con le prime italiane del progetto transdisciplinare dell’artista italo-svedese Gemma Hansson Carbone (tratto dal poema Muoio come un paese del grande autore Dimitris Dimitriadis), del collettivo francese ZONE –Poème-, coprodotto e ospitato da POLIS con una tappa del progetto internazionale Ennemi, incentrato sul concetto di nemico, allestito nelle sale del MAR, e Gejm, potente spettacolo sulla rotta migratoria balcanica, della nuova promessa del teatro documentario sloveno Žiga Divjak. Si segnala, che gli spettacoli internazionali del Balkan focus sono tutti in lingua originale con soprattitoli, realizzati anche grazie alla preziosa collaborazione con il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione di Forlì – Università di Bologna, iniziata lo scorso anno in occasione del focus internazionale sulla drammaturgia francese.
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