“Sfumature dell’anima. Il corpo, il volto, l’anima, autoritratti e autoscatti emozionali”, la mostra fotografica di Chiara Fabbri

Dal 28 ottobre al 2 novembre all'Oratorio di san Sebastiano

Chiara Fabbri ama fotografare da sempre. In particolare fare autoscatti del suo volto e del suo corpo. Perché il titolo di questa mostra è: “Sfumature dell’anima, Il corpo, il volto, l’anima, autoritratti e autoscatti emozionali?” Perché Chiara Fabbri ha fatto delle foto autoritratto, i “selfie”, e delle foto con autoscatto al suo corpo, come soggetto principale, una sua scelta espressiva affidando alle fotografie da lei scattate la finalità e lo scopo di indagare e rappresentare i suoi stati dell’anima: complessi, coinvolgenti, intensi, appassionanti, amorosi, malinconici, travolgenti, radiosi, felici, struggenti e con moltissime altre variabili sensoriali ed emotive degli stessi. A volte questi stati emotivi e sensoriali si fondono, si trasformano, si integrano, si rivelano, si mescolano, nelle innumerevoli sfumature emozionali dell’anima. Serve una grande dose di audacia a mostrarsi così apertamente e intimamente attraverso la fotografia. Questo “coraggio” aspira a cercare di comprendere e svelare il grande mistero della bellezza del mondo utilizzando l’unico strumento che abbiamo per percepirla: il nostro corpo.

Non è l’involucro del corpo o l’aspetto della sua parte più espressiva, il viso, ad interessare Chiara Fabbri quanto le sue emozioni più intime. Il volto, negli autoritratti di Chiara, è protagonista assoluto. Spesso lo sfondo bianco della immagine evita possibili distrazioni a chi la guarda portando l’interesse alle emozioni che scaturiscono dalla visione del volto. La scelta di effetti sfumati e del bianco e nero vuole fare emergere, a volte, l’effetto onirico. In altri scatti, invece, un dettaglio di un ambiente, di un dettaglio architettonico, di una particolare acconciatura, di un colore, che compaiono sullo sfondo, contribuiscono a farsi permeare dalla sensazione che ha generato quella fotografia e di capire o intuire ciò che la ha ispirata e che si è sprigionato dall’anima dell’artista per realizzarla. Una sfida è rivolta spesso allo spettatore che, a seconda della propria sensibilità, attribuisce allo scatto fotografico una personale interpretazione e avverte una emozione a volte contrastante con il titolo dell’opera, con il brano poetico e letterario o alla didascalia, scelto da Chiara a corredo di alcuni scatti. Questi testi, talvolta senza particolari connessioni tematiche con la fotografia, contengono una ritmica o esprimono sentimenti che si armonizzano con l’animo e le sensazioni che l’autrice ha ritenuto attribuire a quella fotografia e allo stato d’animo che quella immagine rappresenta per lei.

La scelta tematica, che viene dalla vocazione interiore di Chiara, fa parte del suo desiderio di raccontarsi per esistere. Questo desiderio di raccontarsi ”travolge” a vario titolo anche tutti noi, che viviamo, o che subiamo, la “società dei social”, con i suoi grandi pregi e i suoi grandi pericoli. Guardando le sue fotografie vediamo il riflesso anche delle nostre complessità, dei nostri difetti, del nostro potere di seduzione, delle nostre vanità, delle nostre paure di fallire e delle nostre ambizioni. Per ritrarre il suo volto con i “selfie” (una nuova parola “nata” nel 2005 ma che entra nel linguaggio comune nel 2010 con il primo smartphone con fotocamera anteriore), capta l’immagine con l’obiettivo rivolto a sé stessa “guardando in macchina” o “guardando fuori campo” e, soprattutto, scatta quando i suoi stati emozionali, dolori, amori, tristezze, gioie, la portano all’esigenza di rappresentarsi. Per ritrarre il suo corpo, Chiara, utilizza l’autoscatto con obiettivo a distanza posto su cavalletto o con l’aiuto di uno specchio in cui si riflette la sua l’immagine. Ambientazioni, scenografie, vestiti, cappelli, trucchi, tessuti, fanno parte della scelta artistica della foto, trasmettono l’aura del luogo mediata dal corpo protagonista e le emozioni che da questo vengono enfatizzate o amplificate dall’ambiente in cui è ritratto. Lo scatto al museo Fortuny rende il corpo parte integrante della scena, si percepisce l’emozione del tocco dei tessuti preziosi nella gestualità e dalla armonizzazione delle forme. La foto con l’affaccio a Firenze, verso il Ponte Vecchio, senza tempo, l’ambientazione con muri scrostatati e il ponte dominante sullo sfondo, rendono il corpo della protagonista con abiti e armonia del portamento un protagonista che valorizza il quadro d’assieme. La foto alla mostra fotografica ai Musei San Domenico di Forlì, rende il corpo della fotografa/modella, opera d’arte, nel senso estetico e formale che diventa a sua volta opera d’arte dentro la mostra d’arte.

Le foto del corpo di Chiara a volte celano la visione del volto per evitare che lo spettatore venga “distratto” dall’espressione del volto e si concentri sull’estetica del solo corpo, inquadrato a seconda delle scelte con lo scorcio di un edificio, di un monumento, di un paesaggio, di un arredamento prezioso o semplice e comune. Nella foto ripresa in una calle veneziana, la materia degli sfondi decadenti e scrostati formano un contrasto formale e estetico importante con la sinuosità del corpo e la leggerezza degli abiti: Il cancello di una villa sul Brenta presenta geometrie sapienti, eleganti ed artistiche che creano una importante contrasto di forme con il corpo che si appoggia e guarda oltre al limite fisico ma permeabile allo sguardo di quello splendido giardino. Gli autoritratti e gli autoscatti vengono realizzati con l’obiettivo fotografico digitale “built-in” dello smartphone, che ha la caratteristica di essere sempre vicino, e a portata di mano, nel momento in cui in lei emerge la necessità emotiva ed estetica di fotografarsi o di fermare il tempo in una immagine che solo lì, in quel momento, con quelle sensazioni, con quella luce, con quello stato d’animo può essere raccontata e fissata.

Chiara Fabbri ci invita a porre attenzione anche alla scelta che lei fa sul formato “libero” delle stampe delle foto da lei scattate, cioè “libero” dalle dimensioni standardizzate delle stampe fotografiche che il mercato offre (10×15, 12×18, 15×21 ecc.). L’arte è libertà di espressione e quindi “stampare” le foto nel formato più adatto per quella scena, quello stato d’animo, quella emozione, quel pensiero che al momento della ripresa la attraversava, o di trovare le giuste dimensioni per quella prospettiva particolare o quell’intreccio armonico di linee e forme, può richiedere l’esigenza di dimensioni di stampa personalizzate inusuali rispetto agli standard. Assieme a queste scelte Chiara Fabbri associa la necessità di presentare la foto stampata nettamente profilata, senza bordi bianchi o, peggio, secondo il suo sentire, “costretta” entro cornici e vetri, privilegiando così lo sfondo possibilmente bianco della parete o del pannello su cui esporre la foto, evitando anche sgradevoli appiccaglie visibili a chi guarda la fotografia. Tutto questo fa parte di un processo creativo che cura, sceglie e definisce l’opera fotografica anche in questi aspetti e dettagli secondo le esigenze formali ed artistiche che scaturiscono dalla sensibilità e dalle sensazioni che la ha generata.

Andrea Savorelli, architetto, curatore della mostra


Orari di apertura:
sabato 28 ottobre: ore 17.00-19.00
domenica 29 ottobre, lunedì 30 ottobre, martedì 1 novembre, mercoledì 2 novembre: ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00
Ingresso libero

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).