23 Aprile 2025
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 Agroalimentare certamente, ma anche meccanica, chimica, ceramica e pure turismo. I pesanti dazi annunciati dal nuovo presidente Usa Trump  per l’Unione europea (compresa anche l’Italia della premier Meloni) toccherebbero in maniera pesante in Romagna alcuni settori chiave per l’economia locale, come riconosciuto da molte associazioni d’impresa. Gli Stati Uniti sono il terzo mercato per l’export emiliano-romagnolo, per questo in molti sperano che il dialogo alla fine prevalga, ma sarà molto difficile. I dazi Usa significherebbero però anche l’aumento dei prezzi delle materie prime, dei carburanti, degli imballaggi e la ripartenza dell’inflazione. Un mazzata sull’economia di casa nostra già segnata dagli ultimi dodici mesi molto tribolati.

Nel 2024 l’attività industriale in Emilia-Romagna ha infatti risentito purtroppo ed inevitabilmente degli scenari internazionali incerti (crisi della Germania e guerre in Ucraina e Medioriente), che hanno frenato la sua crescita. È questa la fotografia che è emersa dalla presentazione dei dati della congiuntura in Emilia-Romagna da parte di Unioncamere. Produzione e fatturato sono diminuite attorno al 3% e ordini interni attorno al 5, mentre il fatturato estero è rimasto sostanzialmente stabile (-0,2%). Tra i settori più colpiti, la moda (-8%), la metallurgia (-5,1%), l’industria meccanica, elettrica e dei mezzi di trasporto (-3,9%). In controtendenza il settore del cibo e bevande (+1,8%). Anche nel 2025, in base a un’analisi di Prometeia, l’economia regionale dovrebbe crescere del +0,6%, allo stesso ritmo del 2024 ma l’incertezza del quadro geopolitico e i dazi potrebbero cambiare lo scenario.

Secondo il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla, gli scenari che potrebbero manifestarsi nel breve periodo sono due: «O un ulteriore inasprimento del 10% sui prodotti già daziati, oppure un’applicazione generalizzata di dazi del 10% su tutti i prodotti verso gli Usa. Nel primo caso l’Emilia-Romagna sarebbe esposta in misura leggermente superiore rispetto alla media nazionale per un 9% globale che equivarrebbe a circa 1 miliardo di euro in controvalore. Nel caso di dazi generalizzati, invece, la nostra regione registrerebbe una contrazione intorno al miliardo e trecento milioni circa». 

«Sui dazi annunciati da Trump l’Europa deve cambiare marcia se non vogliamo rischiare un altro effetto pandemico. Serve un nuovo piano per la crescita economica e sociale europea, simile a quello post Covid, perché ad essere in pericolo è la tenuta economica e sociale di molti Stati europei, a partire dall’Italia, il vero vaso di coccio dell’economia continentale» il commento di Legacoop Romagna rispetto alle misure anticipate dal presidente Usa.

Rubrica apparsa nel n.3/2025 del mensile La Visione Cooperativa

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