Il futuro di Paolo Lucchi? Ancora poche le certezze

Non farà il parlamentare. Vuole stare più vicino alla famiglia. Lo vedrei bene alla guida dell'Apt e di un turismo che ha bisogno di essere innovato

Mancano circa due anni e mezzo alla fine della legislatura. E, mentre ci si comincia ad interrogare su chi saranno i candidati a sindaco, è anche logico domandarsi cosa farà Paolo Lucchi da grande. L’attuale sindaco è al secondo mandato. Quindi non potrà essere rieletto. Perciò dovrà fare qualcosa d’altro. Bisogna vedere se resterà in politica, oppure se tornerà nella società civile. Potenzialmente un lavoro ce lo avrebbe, è in aspettativa dalla Confesercenti. Difficilmente però ce lo vedo tornare nell’associazione che ha guidato. Faticherebbe a tornarci anche in un ruolo di primissimo piano.

Il Sindaco di Cesena, Paolo Lucchi

Più di una volta, per la verità, ha manifestato l’intenzione di ritirarsi. E, credo, che quando lo ha detto non bluffasse. La sua intenzione è stare più vicino alla famiglia. Cosa che non è sempre facile per chi ha un incarico pubblico.

È per questo che escluderei che nel futuro di Lucchi ci sia il ruolo di parlamentare che, fra l’altro, non fa per lui. Per come è fatto, sarebbe più adatto a fare l’assessore regionale. E, ritengo, se fosse intenzionato a farlo avrebbe moltissime possibilità di essere nominato. Ma comporterebbe un impegno che lo porterebbe a sacrificare la famiglia. Ed è per questo che, probabilmente, sta pensando ad una scelta di vita.

Per esperienza diretta, per quello che può contare, gli consiglio di non tagliare del tutto i ponti con il passato. Inoltre la sua esperienza e le sue conoscenze possono essere utili al territorio. Può essere messo alla guida una partecipata importante. A Cesena potrebbe essere la fiera, ma li ha la strada completamente sbarrata da Renzo Piraccini. Per quanto mi riguarda Paolo Lucchi lo vedrei molto bene alla guida dell’Apt. Oltre a conoscere la macchina politico amministrativa, ha una profonda conoscenza del settore, è innovativo nella misura giusta ed è  più che ricettivo alle novità del mercato.

Del resto è sotto gli occhi di tutti che la nostra offerta turistica deve continuamente adattarsi. Non è necessaria una rivoluzione, ma un cambiamento costante e continuo che permetta di restare sempre agganciati alle novità e alla richieste di mercato. Questo, del resto, è sempre stato uno dei nostri problemi. Noi le novità le rincorriamo. Invece dobbiamo provare ad essere anche precursori. Ci si può riuscire avendo idee nuove, ma anche copiando quello che c’è in giro per il mondo.

Bisognerà poi anche saper declinare bene il marchio Romagna. L’idea di utilizzarlo per l’offerta turistica è buona. Per carità, non è una novità. Se ne parla da molti anni. In questo periodo in molti hanno fatto loro quella proposta. Aldilà di tutto però l’importante è che decolli questo brand. Certo, sarebbe limitativo usarlo solo per l’offerta turistica. Poi bisognerà fare attenzione a cosa ci si mette all’interno. Insomma, potrebbe essere l’occasione per puntare un po’ anche sulla qualità e sulle  tradizioni. La piadina con la nutella, tanto per fare un esempio, si può e si deve fare, per carità, anzi è anche molto richiesta, ma non potrà certamente mai essere un elemento distintivo del brand Romagna.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.