Scelta politicamente sbagliata, ma non ce la faceva più. Trionfa Casali ora potenziale candidato a sindaco. Giunta e sindaco troppo conservativi
Tommaso Dionigi si è dimesso. Lascia l’incarico di assessore e torna a fare solo l’imprenditore. “Sin dall’inizio – recita un passo della lettera che ha inviato al sindaco – di questo spiacevole periodo ho cercato di reagire con forza , sicuro di aver sempre operato con correttezza e nell’interesse della città. Nel tempo però la prepotenza ha lasciato il posto alla cattiveria gratuita. E nel tempo la continua esposizione mediatica ha anche minato la serenità anche della mia famiglia e delle persone a me più care, causandomi ulteriore sofferenza”.
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Insomma, non ce la faceva proprio più. Più che le critiche (messe nel conto), lo ha sfiancato la violenza verbale che però, purtroppo, ormai fa parte della vita quotidiana.
Non si spiega in altro modo la decisione presa. Scelta che politicamente non è delle migliori. In questi casi o ci si dimette subito o si resiste fino alla fine. Non si può cedere a metà del guado.
Personalmente mi dispiace. Ho sempre reputato Dionigi bravo e onesto e sono convinto che poteva essere ancora utile alla città. È chiaro che politicamente ormai era bruciato. Anche se, all’apparenza, non si è macchiato di particolari responsabilità. Dal punto di vista penale tutto è demandato ai giudici che si stanno muovendo dopo l’esposto. Mi aspetto anche l’inevitabile avviso di garanzia. Dal punto di vista politico l’accusa è di conflitto di interesse per la commistione tra il suo ruolo di assessore, quello di imprenditore e di componente di Cesenalab. Onestamente non ci vedo e non ci vedevo grossi problemi. Ne ho visti di molto più gravi. Comunque resto dell’idea che una persona debba essere utilizzata in base alle sue conoscenze. Poi deve essere lui a non trarne vantaggi personali. Non mi è invece sembrata impeccabile la gestione del caso. Male l’inizio, benino il seguito, male il prosieguo.
Adesso l’opposizione esulta. A ragione. Ha tutte le ragioni di farlo. Un po’ tutti si daranno il cinque, ma ad esultare deve essere soprattutto una persona: Marco Casali. Ha portato il centrodestra sull’Aventino ed ha vinto. Questa è più che un’incoronazione. Se non succederanno particolari incidenti nessuno potrà negargli la nomina a candidato a sindaco. Se la è guadagnata sul campo. A cosa poi porterà difficile prevederlo. In un momento come quello attuale trenta mesi in politica sono un’eternità. Ma, se non ci saranno rivoluzioni, ad un eventuale ballottaggio ci andranno i 5Stelle. Poi non dovranno sbagliare il candidato. Se sarà quello giusto potrebbero creare problemi al Pd. Resta però da capire quale sarà la posizione dei moderati. Che a Cesena restano una discreta fetta.
Chi ne esce male è l’amministrazione comunale. E, ovviamente, il sindaco. Non tanto per eventuali ripercussioni, tantomeno elettorali. Ma per lo smacco subito. Lucchi è un animale politico e sa che questa volta è stato sconfitto, inoltre a lui perdere da un enorme fastidio. Quando poi la sconfitta è così sonora l’amarezza è ancora maggiore.
Però sulla gestione qualcosa da rimproverarsi ce l’ha. Lui che è abituato ad attaccare, in questo caso ha giocato troppo in difesa. È stato troppo conservativo. Prima, durante e dopo. Sarebbe bastata una mossa per spiazzare tutti: portare gli atti non Procura. Ritenendo che non ci fosse niente, doveva essere il Comune a l sollecitare un’inchiesta. A quel punto gli avversari sarebbero stati spiazzati. Cosa potevano dire? Niente.
Invece c’è stata una reazione molle. Troppo in punta di penna. Politicamente corretta. Ma vista la virulenza degli attacchi bisognava essere un po’ più imprevedibili. E ora Casali, Rosso & C. esultano e brindano al loro successo.
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