Secondo il gossip politico venerdì se ne parlerà in Consiglio dei ministri. Ma c'è un'opposizione trasversale. Sbagliato il decreto legge, ma non va bene la stessa scelta
Terzo mandato per i sindaci? Se ne parla da un po’ di tempo e adesso pare possa esserci un’accelerazione. Secondo affaritaliani.it il provvedimento potrebbe entrare a far parte di un decreto legge sugli enti locali che venerdì verrà discusso in Consiglio dei ministri.
Secondo il giornale online si tratterebbe di una decisione finalizzata, in particolare, a favorire la ricandidatura di Flavio Tosi a sindaco di Verona.
Contro la decisione c’è una levata di scudi bipartisan. E questo fa pensare che difficilmente l’operazione, nel caso venga tentata, possa andare in porto. Le obiezioni sono di diverso tipo. Ma la principale è che un provvedimento così importante non può essere liquidato con un decreto legge.
Concordo che quella del decreto sarebbe una scelta pessima. Ma, a prescindere dal tipo di strada che verrà percorsa, personalmente sono contrario al terzo mandato del sindaco. Ammesso e non concesso che i rapporti con la città non siano peggiorati, per quanto un amministratore possa essere bravo e motivato, dopo dieci anni perde la forza propulsiva necessaria per guidare un Comune.
La convinzione l’ho sempre avuta, ma si è rafforzata dopo che avere visto l’esperienza di Vasco Errani. In Regione non c’è il vincolo dei due mandati. Quindi Errani, non essendo stata costruita una alternativa, fu praticamente costretto a ricandidarsi. La terza esperienza poi fu chiusa anticipatamente per guai giudiziari dai quali Errani è uscito pulito. Ma l’esperienza amministrativa non è stata buona. Si vedeva che procedeva stancamente. E, badate bene, stiamo parlando di uno dei migliori politici che la nostra regione abbia avuto.
Però anche lui ha pagato pegno. Il pericolo che si corre non è quello della cattiva amministrazione. Se uno è bravo tale rimane. Il problema è la mancanza di innovazione. Che è naturale dopo dieci anni. Ma che un ente pubblico, come del resto un’azienda privata, non si può permettere. Mai, ma soprattutto in un momento difficile come quello attuale dove non ci si può limitare a fare il compitino. Il rischio è quello di rimanere indietro. E se manca la spinta propulsiva il rischio è reale.
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