Numeri che fanno riflettere

Lavoratori agricoli, interessante analisi del Carlino

Nell’ultimo periodo si è dibattuto sul confronto politico relativo alla regolarizzazione degli stranieri da utilizzare come braccianti agricoli. Come sempre non ci siamo fatti mancare nulla. Sul tema del lavoro in agricoltura ieri è apparso un interessante articolo (quasi una pagina monografica) sul fascicolo nazionale del Resto del Carlino a firma di Massimo Donelli. Un pezzo nel quale fatti e opinioni si intersecano un po’ troppo. Però, al di là delle considerazioni personali (ognuno farà le sue), l’articolista fornisce una serie di dati che sono interessati e, di conseguenza, fanno riflettere.


Donelli segnala che in Italia i lavoratori agricoli sono un milione e 200 mila. La quasi totalità (un milione e 50 mila) stagionali. Poi aggiunge che soprattutto arrivano dall’estero: Albania, Bulgaria, India, Marocco, Polonia, Romania, Senegal e Tunisia. Quest’anno però con il coronavirus è scattato l’allarme rosso. All’appello sono mancate 370 mila persone necessarie alla raccolta di frutta e verdura. Alla fine tutto è stato risolto grazie ai ponti aerei con l’Europa dell’Est e il Nord  Africa. Da questo punto di vista tutto bene. Donelli però fa anche un’analisi supportata da dati.

Gli italiani disoccupati sono due milioni e mezzo, di cui un milione e mezzo al sud. I beneficiari del reddito di cittadinanza sono un milione e 21 mila, di cui 379.515 single che, quindi, potrebbero spostarsi senza creare contraccolpi alla famiglia. Poi cala il carico da undici: oltre l’80 per cento di chi percepisce il reddito vive in Campania, Calabria e Puglia dove la mancanza di braccianti ha rischiato di far marcire tonnellate di prodotto. 


Alla luce di questi dati ognuno si farà la propria opinione con relativa valutazione. Ma siamo ancora nell’ambito di decisioni di tipo personale. E non si può chiedere conto ad una persona delle sue scelte. Ma c’è un aspetto, suffragato da dati, dell’articolo che porta a chiedere delucidazioni allo Stato. 

Dal mio punto di vista sottoscrivo l’analisi fatta da Donelli quando scrive: i 2.980 Navigator incaricati di trovare lavoro a chi ha il reddito di cittadinanza, retribuiti con poco meno di 28mila euro di stipendio annuo e ben presenti nelle zone dove servono braccianti (sono 195 a Napoli, 77 a Salerno, 78 a Bari e 170 sparsi per la Calabria), che cosa hanno fatto in questi mesi? E, parlando di tutta l’ Italia, non solo del Sud, gli 8mila dipendenti dei 556 Centri per l’ impiego (Cpi) quante domande e offerte di lavoro riescono davvero a incrociare? Nel 2018 appena 23mila (dati Banca d’ Italia). Lo so. Siete frastornati da tutti questi numeri. E, allora, sintetizzo: paghiamo lo stipendio a quasi 11mila persone, tra Navigator e Cpi; paghiamo il reddito di cittadinanza a 1 milione e 21mila italiani; e, poi, importiamo oltre un milione di lavoratori dall’ estero.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.