I territori volano nella classifica de "Il Sole 24 Ore", ma sono certificate le due velocità fra Emilia e Romagna e non si può più far finta di niente
CESENA. il territorio della Provincia di Forlì Cesena continua ad essere il più performante della Romagna. Emerge dalla classifica della qualità della vita stilata dal Il Sole 24 Ore. Nel 2020 si piazza alla quattordicesima posizione, mentre Ravenna è al 22esimo posto e Rimini addirittura al 36esimo, fanalino di coda regionale. Una classifica che vede al primo posto Bologna e che, in generale, premia il modello emiliano romagnolo. Parma è all’ottavo posto, Modena al quindicesimo, Reggio Emilia al 17esimo, Piacenza al 24esimo e Ferrara al 34esimo.
Secondo gli analisti del quotidiano economico il buon risultato è da ascrivere ad una miscela di buon governo e responsabilità diffuse, di ricchezza manifatturiera e competenze tecniche, di coesione dentro la comunità e accoglienza verso lo straniero. E continuano: dietro l’ascesa di Bologna (e di tutta la via Emilia, eccezion fatta per Rimini) non ci sono ragioni nuove, ma la solidità e sobrietà di una struttura sociale ed economica forse più lenta al cambiamento rispetto ai capoluoghi europei – con cui è abituata a confrontarsi per performance – ma anche più resiliente quando sferzano venti contrari .
Ma da Piacenza a Rimini “il vero collante sono gli stessi emiliano-romagnoli e il ruolo fondamentale delle donne”, la Regione vanta numerosi primati: è prima in Italia per occupazione femminile (67%), ma anche per tasso di internazionalizzazione (oltre 11mila euro di export pro capite), per copertura a banda larga di piccoli comuni e scuole. “Nei momenti di perdizione, in cui tutti gli altri arretrano, è chi ha ottimi fondamentali che mantiene la rotta” dice aI Il Sole 24 Ore Lucio Poma, capo economista di Nomisma, centro studi nato a Bologna negli anni Ottanta. Che poi continua: “La riscossa dopo il sisma del 2012 ce lo ha già confermato e mi aspetto che negli anni a venire questo territorio continuerà a scalare posizioni. È il modo in cui viene prodotta la ricchezza che qui fa la differenza, perché grazie al sistema di imprese in filiera si redistribuiscono a valle tanto i redditi quanto l’ innovazione”. Poi però, usando bastone e carota, lancia un allarme: “Non sottovalutiamo che non esistono buona sanità e buone amministrazioni se non c’ è benessere economico e che resta evidente il problema delle due velocità tra l’ Emilia e la Romagna”.
Un elemento di riflessione importante quello proposto dal capo economista di Nomisma. Che la Romagna fosse la sorella povera era sempre stato detto, la politica però aveva sempre minimizzato. Ora però è certificato e Bonaccini (e la politica) dovrà prenderne atto e non limitarsi a promesse generiche.
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