Berlusconi, così è troppo

Non sempre si può applicare il detto: il fine giustifica i mezzi

CESENA. Quello scorso non è stato un fine settimana banale. La notizia più importante è l’offerta di Kkr, fondo americano, per l’acquisto della totalità di Tim. Un’opa non ostile che ha portato alla convocazione di un cda straordinario tenutosi nel pomeriggio di domenica. Iniziativa che coinvolge anche il governo, non solo perché Cassa Deposito e Prestiti detiene una importante quota azionaria dell’azienda telefonica (10 per cento), ma perché Tim è una di quelle aziende sulle quali vige la Golden Share, ovvero i cambi di proprietà devono essere autorizzati dallo Stato.

Sul fronte politico ha tenuto banco la Leopolda di Matteo Renzi che ora ha un ritorno mediatico infinitamente più alto rispetto alla percentuale che i sondaggi gli assegnano. Ma lui è bravo a prendersi la scena. Adesso ha lanciato l’idea del centro. Non è il primo e non sarà l’ultimo che lo farà. Quindi non è proprio un’ideona, vedremo come maturerà. Di sicuro per far lievitare il progetto avrebbe bisogno di tempo che, però, pare non avere. Lui stesso ha detto che si voterà nel 2022. Ma non è escluso, come scrive Sallusti su Libero, che tenti uno dei suoi colpi di scena perché l’unica possibilità che ha di restare politicamente vivo è quella di inventarsi qualcosa.

Ma prima di Renzi a prendersi la scena era stato Berlusconi con l’ennesima giravolta. In un’intervista al Tempo, quotidiano romano, l’uomo di Arcore ha lodato il reddito di cittadinanza e lisciato il pelo ai grillini. L’obiettivo è chiaro: entrare nelle simpatie dei pentastellati per raggranellare una manciata di voti nel caso regga la sua candidatura a presidente della Repubblica. Il suo problema è che per salire al Colle più alto non basterebbero i voti di centrodestra e Renzi. Ne servirebbero altri cinquanta circa. E lui sta pasturando per cercare di trovare nuovi appoggi. Nulla di nuovo per un imbonitore come lui, il problema è che stiamo parlando del presidente della Repubblica. La più alta carica dello Stato oltre a dover essere una figura di garanzia non può essere una sorta di mercato delle vacche. Il fine giustifica i mezzi: in politica il proverbio machiavelliano si applica a ogni piè sospinto, ma ci sono momenti in cui bisognerebbe essere un pò più morigerati. E l’elezione del presidente della Repubblica è uno di quelli.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.