Il caro prezzi rischia di rovinare la Pasqua, ma non solo
CESENA. C’è poco da stare allegri. Da qualunque parte ti giri vedi delle previsioni poco buone se non addirittura pessime. E dove non pesano gli effetti della guerra ci pensa il meteo. È il caso dell’agricoltura che deve fare i conti con una siccità devastante che, secondo Coldiretti, ha provocato danni per un miliardo di euro.
Notizie poco buone arrivano anche dal turismo. L’ultimo allarme arriva da Repubblica che ha sancito che sarà la terza Pasqua nera, consecutiva, per il turismo italiano. Dopo due anni falcidiati dal Covid c’erano molte aspettative, ma sono crollate davanti al caro-benzina, al caro-bollette, al caro-energia, al caro-container, conseguenze soprattutto del conflitto Russia-Ucraina. L’impennata dei prezzi scoraggia le spese non essenziali come i viaggi, taglia i weekend fuori porta in auto e al tempo stesso innesca spirali di rialzo dei prezzi che rischiano di svuotare ancor di più gli hotel. Secondo Repubblica per Pasqua c’è stato un 30 per cento di disdette. Inoltre bisogna aggiungere l’assenza dei russi. Nell’estate 2022 ne dovevano arrivare 300mila solo nella Riviera Romagnola.
Adesso non resta che sperare in un’inversione di tendenza in vista dell’estate. L’ottimismo non deve mai mancare, ma il realismo fa pensare che, anche se ci fosse un drastico cambiamento in Ucraina, sia difficile che possa essere seguito da un colpo di spugna.
Inoltre forse è il caso di cominciare a ragionare anche su un turismo diverso. Secondo PaesiOnLine, la piattaforma web da 15 milioni di utenti attiva nel campo del marketing turistico, i trend stanno cambiando: si privilegia un viaggio più locale ispirato ai temi di spiritualità e natura. Non a caso tra le mete più ambite dell’anno mette Mantova e Montegabbione in Umbria. Ma cambiano anche le tratte per il turismo lacustre. Le grandi mete (Garda, Maggiore e Como) pare siano destinate a cedere presenze ai piccoli laghi come, ad esempio, Turano o Anterselva.
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