Dopo i sacrifici di bilancio senza crescita andiamo a sbattere 

Serve una strategia che vada oltre il Pnrr

Con l’incremento di novembre il debito pubblico italiano ha superato la soglia di 3mila miliardi di euro. Ma, in questo momento, l’emergenza è un’altra: la crescita economica. Solo quella potrà garantire un futuro roseo al paese. Ma, al momento, in questo senso non ci sono segnali confortanti. 

Ma procediamo con ordine. Al contrario di quello che aveva sempre sbandierato e sostenuto, Giorgia Meloni, che era fiera oppositrice dei governi Monti e Draghi, quando è entrata nelle stanze del potere si è piegata al volere dei mercati finanziari  diventando più realista del re. Hanno capito che se non avessero fatto manovre di contenimento della spese gli investitori li avrebbero puniti e il costo degli interessi sarebbe schizzato in alto. Invece il ministro Giorgetti ha chiuso i cordoni della borsa e non è stato difficile piazzare i nostri titoli di stato ad un interesse umano. Nello stesso tempo inoltre c’è stato il calo del costo del denaro deciso dalla Bce. Insomma, una vera e propria boccata d’ossigeno per i conti pubblici. Non a caso l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha calcolato che nel 2025-26 si pagheranno oltre 10 miliardi di interessi sul debito in meno rispetto al previsto.

Ma ormai il lavoro del ministro economico è terminato. D’ora in avanti dovrà fare solo il controllore per evitare che la deriva populista prenda il sopravvento e si allarghino i cordoni della borsa.

Adesso servirebbe fare qualcosa d’altro: spingere sullo sviluppo economico. Cosa che, fino ad ora, è stata fatta con scarsi risultati. Lo testimoniano le rilevazioni Istat sulla crescita industriale. E’ in calo da ventiquattro mesi. per il momento la risicata crescita del Pil è stata trainata soprattutto dal Pnrr. Ma quello non durerà in eterno. E una crescita anche più sostenuta di quella attuale sarà possibile solo con un aumento della crescita economica. E’ quella che, nel lungo periodo, è indispensabile a rendere sostenibile un grande debito come quello italiano. L’alternativa è tagliare la spesa o in alternativa, vendere i gioielli di famiglia, a partire dagli immobili pubblici, ipotesi che, secondo Il  Foglio, nelle stanze del Mef è tornata di attualità.

Per quanto riguarda lo sviluppo sono importanti due partite: auto e rinnovabili. Un  rilancio porterebbe un balzo importante. Sia in termini di investimenti diretti che l’effetto volano su diverse filiere collegate. nel contempo bisognerà sempre più ragionare su un’industria guidata dalla digitalizzazione e dai sistemi di controllo di procedure complesse, come la produzione diffusa di energia. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.