dalla Romagna Cooperativa di marzo 2016
Scriviamo questo editoriale a poche ore dagli attentati di Bruxelles che hanno colpito al cuore l’Unione Europea. La guerra ha bussato ancora una volta alle porte delle istituzioni di questo Continente, sempre troppo diviso. A poche, troppo poche settimane di distanza dai fatti di Parigi ancora una volta la prima reazione sono la rabbia e l’incredulità. Come è possibile che l’aeroporto e la metro della capitale d’Europa, che si presume in sicurezza, possano subire un attacco di questo genere? Come è stato possibile che le periferie di interi Paesi che si ritengono “più civili” siano diventate il crogiuolo in cui si forgia una classe di giovani esclusi e disillusi, pronti a uccidere e a morire per valori antitetici ai nostri? Come cittadini europei e come cooperatori abbiamo sempre levato in alto il nostro impegno per la Pace, la non violenza, l’inclusione e l’accettazione dell’altro. Le storie che raccontiamo in questo numero, scritte ben prima del 22 marzo, lo testimoniano. Leggete l’intervista al presidente di CMC – che parla di incontro di culture – o al giovane romagnolo Enrico De Sanso, che proprio a Bruxelles sta costruendo il suo progetto cooperativo. Sono parole di ragione e di speranza, in un mondo che sembra aver perso entrambe. I cooperatori agiranno con responsabilità, come hanno sempre fatto, ma servono risposte e prese di posizione nette, anche in questo Paese. Il silenzio parla: integralismo religioso e xenofobia sono due facce della stessa medaglia. Non si possono più sopportare le ambiguità di chi cerca di innescare scintille tra diverse forme di fascismo contrapposte e interessate.
Emilio Gelosi
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