Votare col portafogli. Vale a dire scegliere i produttori in base a criteri etici e di responsabilità sociale. Sempre, si tratti di acquistare un abito o un alimento, aprire un conto corrente, richiedere un servizio. È una delle idee più interessanti per uscire da una crisi che non è solo economica e finanziaria, quanto di senso e di valori. Il tema è articolato nella 200 pagine del libro “Il mercato siamo noi”, dell’economista Leonardo Becchetti.
Dopo un’approfondita analisi dei problemi in atto e la constatazione che i governi persistono con le stesse ricette che hanno prodotto il disastro, avvitandosi in una spirale negativa, l’autore lancia una serie di proposte. Il gesto di premiare imprese, banche e istituzioni virtuose presenta difficoltà che Becchetti non elude: occorre la disponibilità dei cittadini a modificare le proprie abitudini d’acquisto e soprattutto bisogna reperire informazioni credibili su soggetti che comunicano solo tramite messaggi pubblicitari e sono ostili verso una reale trasparenza. Sul primo punto, le indagini fatte non solo in Italia, indicano che la propensione dei consumatori a fare la spesa in modo etico è elevata, tale da “pesare” in modo sensibile sulle quote di mercato. C’è ancora molto da lavorare sul secondo aspetto anche se esistono già delle agenzie di rating etico (per esempio KLD o Ethibel) e la Guida al consumo critico del “Centro nuovo modello di sviluppo” mette a disposizione di chiunque conoscenze preziose sul comportamento dei grandi gruppi industriali e commerciali.
Votare col portafogli in nome della solidarietà e dell’altruismo? Non solo. Come dimostra Becchetti citando autorevoli economisti del passato (il cui pensiero è spesso manipolato), queste scelte sono dettate anche dall’autointeresse lungimirante. Una società più equa è un posto più sano per tutti.
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