Un Paese adulto

Capita spesso di leggere sulla stampa frasi del tipo: “giovane democrazia” oppure “paese maturo per…”.

Negli ultimi cinquant’anni si è usato questo tipo di riferimento “anagrafico” per indicare una nazione che si libera da una dominazione straniera o da una situazione di non democrazia.

Si dona l’impressione che i difetti e o i pregi che le diverse stagioni della vita riservano alle persone possano essere traslati ad un popolo o ad un gruppo più o meno esteso di persone.

Quando penso al nostro Paese ed alla relazione che ha con le classi dirigenti, non solo politiche, ho spesso la tentazione di ricadere in questa lettura.

Soprattutto se penso ad alcuni episodi della nostra storia, recente e remota, nei quali forse la fragilità della giovane istituzione democratica ha permesso l’affermarsi di una dittatura oppure di cadere in tentazioni populistiche e falsamente innovatrici.

In fondo cosa sono una sessantina d’anni di democrazia e di Repubblica e poco più del doppio di indipendenza nei confronti della nostra storia peninsulare.

Temo però che l’attribuzione di questo parametro ai nostri destini contribuisca a fornirci l’ennesimo alibi per continuare a sottrarci alle nostre responsabilità individuali e collettive nelle scelte politiche, ma in fondo in fondo anche nelle scelte che ci riguardano sul lavoro ed a livello imprenditoriale.

Ci si trova comunque di fronte alla possibilità di una giustificazione per ciò che non facciamo correttamente, in palese contraddizione con la consapevolezza che in fondo è dentro ciascuno di noi in maniera molto chiara e molto netta: ossia la distinzione tra il giusto e lo sbagliato.

Consapevolezza che si afferma sempre nella nostra storia di fronte all’inevitabile, ma che fatica a farsi ascoltare quando l’inevitabile appare solo una delle opzioni possibili.

Sarà interessante verificare con il prossimo appuntamento elettorale se ancora una volta la nostra “giovane “ democrazia seguirà le parole suadenti delle colpe altrui oppure sceglierà un percorso di onestà con se stessa e con i propri figli.

 

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Cristian Maretti

Cristian Maretti è direttore di Legacoop Agroalimentare Nord Italia, ruolo che lo porta a vivere a cavallo tra Forlì, Bologna, Roma e Bruxelles. Su Romagnapost.it scrive di temi legati all'agricoltura e all'Europa, con un occhio particolare a come ci vedono all'estero.