Comprenderà le province romagnole e Ferrara. Obiettivo andare oltre l'attuale modello è valorizzare tutto il territorio
Sta per nascere l’Area Vasta del turismo romagnolo. Approvata a Cesena, in Consiglio comunale, la delibera che ne identifica il territorio – comprendente le province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara -, ed istituisce “Destinazione Turistica Romagna”, il nuovo ente strumentale che avrà il compito di definire programmi e strategie per la promozione turistica dell’Area Vasta Romagna.
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Introduce un approccio innovativo: la promozione turistica, finalmente, non si concentrerà più, come è avvenuto finora, sul concetto di ‘prodotto turistico’ (come mare, città d’arte, ecc.), ma si ispirerà ad un modello di più ampio respiro che, allargando il concetto stesso di destinazione turistica, sappia valorizzare la ricchezza di eccellenze e la varietà di caratteristiche di un territorio. Questo dovrebbe influire in modo decisivo sulle strategie di marketing turistico. Quindi il variegato mix che caratterizza la Romagna saprà conferire appeal alla nostra offerta turistica permettendole di aumentare la competitività e di conquistare nuovi mercati.
Il voto di Cesena rappresenta una delle tappe finali nel percorso per l’istituzione dell’Area Vasta a finalità turistica della Romagna e per la creazione di “Destinazione Turistica Romagna”, partito con l’entrata in vigore, nella primavera 2016, della nuova Legge Regionale sul turismo.
E’ proprio la nuova normativa a indicare questa nuovo approccio con l’intento di rilanciare il settore turistico, che rappresenta uno dei principali assi dello sviluppo economico regionale.
Da un punto di vista operativo la promozione sarà affidata a “Destinazione Turistica Romagna”. Fra i suoi compiti quello di predisporre un Programma annuale di attività turistica, che dovrà contenere le linee strategiche, il programma di promo-commercializzazione e il programma di promozione locale.
Le risorse per sostenere saranno, da un lato, i finanziamenti destinati dalla Regione a questo ambito di intervento, le quote di adesione dei soci pubblici e quelle di partecipazione ai programmi di iniziativa promossi dall’ente. Ma si punta, al contempo, a intercettare fondi europei e a reperire somme attraverso l’attività di fundraising.
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