“Linee guida regionali sull’affidamento dei servizi alle cooperative sociali” è il titolo dell’incontro organizzato dall’Alleanza cooperative italiane della provincia di Ravenna – ospitato oggi, 27 febbraio, all’Almagià di Ravenna – per approfondire le prassi che le amministrazioni pubbliche dovranno seguire per costruire le gare di appalto dei servizi di welfare e le imprese per aggiudicarseli e quindi gestirli. «Per il sistema delle cooperative sociali – è il commento dei rappresentanti dell’Alleanza delle cooperative italiane – è una sfida che ci permette di fare un passo avanti e capire se siamo in grado, come sistema di cooperative sociali, di costruire una sintesi più avanzata delle competenze che possano fare funzionare il meccanismo previsto dalle linee guida, a cominciare dalla interazione fra sistema pubblico e imprese sociali. È anche una sfida culturale che riguarda sia il sistema pubblico sia quello della cooperazione sociale: siamo intenzionati a raccoglierla perché sappiamo che le cooperative sociali, non solo quando garantiscono servizi assegnati dagli enti locali, ma per la loro natura costitutiva e per le risposte che danno ai bisogni, già svolgono una funzione di carattere pubblico».
Nelle sue conclusioni, l’assessore regionale alle politiche di welfare Elisabetta Gualmini ha spiegato quali siano gli obiettivi che l’Emilia-Romagna vuole centrare con la nuova normativa. «La nostra visione del welfare ha nei servizi alla persona il suo cuore pulsante. La sfida della “buona amministrazione” riusciamo a vincerla se sappiamo dare risposta ai mutati bisogni dei nostri territori. E se proprio nei servizi alla persona riusciamo a operare in maniera trasparente, efficace, rassicurante e raggiungendo i risultati che ci aspettiamo».
L’assessore ai servizi sociali del Comune di Ravenna, Valentina Morigi, dal canto suo ha insistito sul fatto che «il settore sociale è una leva per garantire il benessere dei cittadini, la coesione delle comunità e l’attuazione dei diritti di terza generazione. Le nuove regole sono un’opportunità per rinnovare il welfare e i diritti di cittadinanza con procedure condivise e codificate».
Due sono stati gli interventi tecnici che hanno esaminato e spiegato ai numerosi responsabili delle pubbliche amministrazioni e delle cooperative sociali presenti i contenuti della normativa. Sofia Bandini, docente di Appalti pubblici nazionali e comunitari e diritto pubblico dell’economia all’Università di Bologna e Luciano Gallo, avvocato amministrativista e consigliere dell’Anci, hanno ricordato i pilastri su cui è stato costruito il nuovo codice degli appalti, flessibilità, semplificazione e correttezza, e che nella normativa esiste l’indicazione specifica che gli appalti del welfare debbano garantite la finalizzazione sociale. Alla fine degli interventi il confronto è continuato fra il pubblico – oltre cento persone hanno partecipato all’iniziativa – e i relatori, anche con interventi su alcuni temi specifici.
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