Le quattro province della “Destinazione Romagna” nel 2016 hanno registrato circa 31 milioni di pernottamenti e 7 milioni di arrivi. Venerdì 24 marzo a Rimini si partirà da questi numeri – che proiettano questo territorio tra le prime 25 “città” turistiche al mondo – per discutere l’entrata in vigore della nuova legge regionale sul Turismo. L’occasione sarà il confronto aperto sui nuovi scenari della promozione organizzato da Legacoop Romagna. Coinvolte le istituzioni e i rappresentanti delle categorie (operatori del commercio, albergatori, cooperative, esercenti balneari).
Al tavolo di “Destinazione Romagna” sono invitati a parlare l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, il presidente di Assoturismo Confesercenti Filippo Donati, il vicepresidente di Confcommercio Emilia-Romagna Mauro Mambelli, la presidente di AIA Rimini Patrizia Rinaldis, il direttore generale di Legacoop Romagna Mario Mazzotti e il presidente della Cooperativa Bagnini Rimini Sud Mauro Vanni. L’introduzione sarà curata dal responsabile nazionale di Legacoop Turismo, Massimo Gottifredi, mentre l’analisi di contesto toccherà all’esperto di marketing Andrea Pollarini, della Scuola superiore del Loisir. I lavori saranno presieduti dal presidente di Legacoop Romagna, Guglielmo Russo.
Scenario dell’evento, inizio fissato alle 9,30, sarà il Palazzo del Turismo, in piazzale Fellini 3, dove ha sede l’organismo costituito con la riforma regionale che coinvolge e i territori di Rimini, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna.
«Le sfide dell’innovazione non spaventano un territorio come quello di Destinazione Romagna, che in poche decine di chilometri offre una ricchezza di patrimonio e bellezza difficilmente eguagliabile e in cui i piaceri della riviera e dell’entroterra si uniscono in un mix unico», anticipa Gottifredi. «Ora però ci troviamo di fronte a un cambio di paradigma, in cui occorre valorizzare destinazioni e prodotti di eccellenza, non più solo i singoli prodotti, per quanto importanti. Questo svela nuovi scenari per la promozione e potrebbe aprire spazi inediti per un modello, come quello cooperativo, abituato a confrontarsi con la complessità degli interessi e degli attori coinvolti».
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