Grillo, ma fammi il favore

Sulle comunarie di Genova e sulle responsabilità del blog scelte inqualificabili. Un leader non cerca scorciatoie, quello lo fanno solo i modesti

Fugati anche gli ultimi dubbi: i 5Stelle sono un partito come un altro, anzi, peggio. Quello che è successo a Genova ha dell’inverosimile. Disconoscere il risultato di una elezione democratica potrebbe, a fatica, succedere in uno staterello totalitario del centro Africa.

Per quei pochi che ancora non lo sapessero, a Genova erano state indette le consultazioni sul web (aperte a elettori autorizzati) per scegliere il candidato sindaco. Ha vinto una donna e il giorno stesso Beppe Grillo ha detto che lei non andava bene. “Fidatevi me” la sua motivazione. Subito sono partite le nuove consultazioni, questa volte vinte dal candidato vicino al comico che le ha subito vidimate con il timbro a 5Stelle.
Ma quando si ha a che fare con Beppe Grillo nulla è impossibile. Il caso del suo blog è ancora più paradossale.
In seguito ad una querela presentata dal Pd  Beppe Grillo ha fatto tutta una serie di giravolte per non rispondere in tribunale di quello che era stato scritto. Un comportamento possibile grazie alla legislazione che norma quello che viene scritto sul web e che, a mio avviso, è quanto meno farraginosa.


Quello che è successo, però, mi porta a fare un paio di riflessioni. Una sulla statura di Beppe Grillo come uomo, l’altro di quello che succede sul web.
Credo che tutti quelli che mi conoscono ormai sappiano che non sono un grillino. Su questo blog l’ho anche scritto a chiare lettere spiegando anche i motivi della mia scelta. Ma le mie valutazioni vanno oltre. Chi come a me è capitato di fare il lavoro di giornalista e tutti i santi giorni ha cercato di verificare le notizie e si è sempre esposto in prima persona, fatica a capire lo scaricabarile che sta facendo Grillo. E, poca importa se una legge farraginosa glielo consente. Il responsabile di un prodotto giornalistico (perché il blog lo è) se accetta di pubblicare degli interventi anonimi o di persone che non possono essere identificate deve essere responsabile di  quello che viene scritto.
Nei giornali (quelli che Grillo e i suoi mettono all’indice ad ogni piè sospinto) funziona così è non c’è niente di non perseguibile. In assenza di un autore risponde il direttore. Nel blog non è così. Innanzitutto è vergognoso che la cosa non sia regolamentata. E i presunti paladini della trasparenza quali sostengono di essere i 5Stelle dovrebbero aver già presentato delle proposte per sistemare le cose. A farlo dovrebbero essere loro perché sono quelli che conoscono meglio la materia. Proprio sul web hanno costruito le loro fortune.
Invece non facendo niente danno ragione a coloro che ritengono che gli faccia molto comodo mantenere un settore così come è adesso. Quasi una sorta di far west, dove comanda chi si alza prima la mattina. Dove, dietro a dei blog, è possibile costruire un sistema di scatole cinesi. Insomma, tutto il contrario di quella trasparenza che è stato il mantra dei 5Stelle.
Inoltre non mi piace vedere un leader che si nasconde. Secondo me il numero uno deve essere una persona che non ruba la scena, rispetta le persone che ha attorno, le indirizza lasciando ampio margine di manovra, ma interviene quando c’è da prendere la decisione definitiva. Ma, soprattutto, è una persona che si prende la responsabilità della struttura e ci mette sempre la faccia. Lo scaricabarile le scorciatoie le cercano i modesti.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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