La politica non è un supermarket

Sbagliato rincorrere il consenso facendo scelte in base agli umori della gente e ai sondaggi. Denunciare le inefficienze non basta, servono anche proposte

Non so se la proposta di riorganizzazione del Pronto soccorso del Bufalini fatta da Fausto Aguzzoni verrà presa in considerazione o dibattuta dai vertici politici e sanitari. Se non succedesse mi dispiacerebbe perché mi sembra qualcosa di sensato. Quanto meno un buon punto di partenza per cercare di trovare una soluzione a un tema che, innegabilmente, è molto sentito.

 

Però, a prescindere dal caso specifico, questo è il modo che mi piace di fare politica. E quando parlo di politica il mio è un riferimento in senso lato. Comprendo anche gli enti di secondo livello, il volontariato e tutti quelli che abbiamo voglia di costruire.

Cesena – (Photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Ecco, il nodo è questo. Costruire. C’è una definizione che mi piace in modo particolare: il politico (sempre in senso lato) deve essere di lotta e di governo. Nel senso che deve  denunciare quello che non va, ma, allo stesso tempo, proporre soluzioni alternative. È troppo facile dire solo no. Cercare di costruire è estremamente più difficile, ma è di grande aiuto per la comunità. Per questo mi è piaciuto l’approccio di Fausto Aguzzoni. Come ho apprezzato l’impegno di Confesercenti per valorizzare la città turistica, oppure i contenuti del Confartigianato day a difesa della piccola impresa, ma anche l’impegno di Marcello Borghetti, segretario Uil, di fare proposte che siano utili alla crescita della città. Ma sono solo alcuni esempi di quella politica propositiva che in città ha molti adepti. Anche se non sembra.

 

Quello che, della politica, mi piace meno è un aspetto che sta venendo sempre più avanti: il marketing, le scelte fatte per convenienza e in base ai sondaggi. Quello di Grillo e dei 5Stelle sui migranti dopo la sconfitta elettorale è solo l’ultimo caso di una lunga serie. È molto probabile che la scelta paghi a livello di consenso. Ma non mi piace. A mia avviso la politica non è questa.

È chiaro che la ricerca del consenso debba essere il primo obiettivo. Una squadra che gioca bene e non segna mai non serve a niente. Se ci fosse chiarezza, a me andrebbe bene anche il  contropiede. Però non mi piace il consenso a ogni costo. La politica innanzitutto è fatta di valori, e quelli non sono negoziabili. È chiaro che niente è scritto nella roccia, quindi tutto può e deve essere rivisto. Ma sempre restando dentro un centro perimetro. Che, ovviamente, non può essere lo stesso modello tutti.

Io e Matteo Salvini, segretario della Lega nord, siamo distanti anni luce, ma, pur condividendo poco o niente di quello che dice, apprezzo la sua coerenza. Non si può invece continuare a rincorrere gli umori delle persone. Così facendo sei costretto sempre e continuamente a cambiare la tua offerta e più che un politico diventi un supermercato.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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