Politici: concretezza, non slogan

Ora va di moda il civismo. Per me resta politica, che non è una brutta parola. Diteci, Invece, come create ricchezza e la distribuire nel modo più equo

Inflazionare un termine è un’abitudine comune, in tutti i settori della vita. La politica non fa eccezione. Per diverso tempo, stando solo all’ultimissimo periodo, ha imperversato “rottamazione”. Adesso il mantra è civismo.

Cesena – (Photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Secondo Wikipedia il civismo è una versione della vita sociale e politica che si propone di unire gli abitanti di una collettività intorno ai valori positivi della vita associata, aggregando individui che, provenienti da diversi ambiti sociali, collaborano per raggiungere un obiettivo comune legato alla tutela e alla gestione dei beni appartenenti alla stessa comunità. Insomma, secondo me, un partito. Perché quelli appena elencati devono essere gli obiettivi di una forza politica.

Però a ogni piè sospinto ora si usa il termine civismo, quasi per prendere le distanze dal termine politico, come se fosse qualcosa di brutto.

https://www.flickr.com/photos/ziowoody/

Cesena – Palazzo del Capitano (photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Io sono anziano (non vecchio) e, probabilmente, non ho dimestichezza con le nuove forme di comunicazione. E sono portato a diffidare dagli slogan. Non solo in politica, ma a tutti i livelli. Secondo me sono come le salse in cucina: sono ruffiane, ma appiattiscono il gusto e coprono. Non permettono al piatto di avere quel bouquet di sapori che dovrebbe contraddistinguere una preparazione realizzata con materie prime di qualità.

Piazza del Popolo – Cesena (credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

A mio avviso lo scopo della politica deve essere solo uno: creare ricchezza e redistribuirla in modo equo. Ognuno, poi, su come fare, ha la sua ricetta. Sono i contenuti che contano. Non Il contorno. Non è l’età che deve fare la differenza. Bravi e meno bravi ci sono sia fra i giovani che tra gli anziani. Non è la carta d’identità a fare la differenza  (imprenditoria privata docet). Conta la forza propulsiva, la capacità di innovare, di investire. Per farlo serve forza mentale e voglia di mettersi in gioco, caratteristiche che si possono avere a tutte le età.

Altro soggetto del quale diffido è quello che  promette di cambiare tutto e subito. Vade retro. I cambiamenti si fanno a piccoli passi. Facendo modifiche graduali. Il passare del tempo ha dimostrato che è stato questo il comportamento dei politici che poi si sono dimostrati più oculati. E a me sembra la strada migliore per cercare di non far restare nessuno col cerino acceso in mano.

Cesena (photo credits: https://www.flickr.com/photos/paolo_cst/)

Al di là di singoli e specifici episodi, riferirmi solo alla politica sarebbe sbagliato. Certi discorsi possono valere per tutti i settori della vita. Non è che fra politica e imprenditoria o qualsiasi altro settore della vita ci siano enormi differenze nell’approccio. Cambiano i tempi. Ma quello è un’altro discorso.

Ora vado in ferie. Oggi ho qualcosa d’altro da proporre poi stop. Tornerò a fine agosto (forse).

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.