Cesena è antifascista

Intervento del sindaco sulla modifica del regolamento comunale

Continua il percorso che porterà alla variazione del regolamento per impedire l’utilizzo di spazi pubblici a movimenti di ispirazione fascista. Questa sera c’era una commissione consiliare. Sul tema l’intervento del sindaco di Cesena.

Noto come sulla variazione del Codice della Convivenza Civile, che imporrebbe il “divieto di svolgimento di attività in sfregio ai valori costituzionali”, che a Cesena impedirà l’utilizzo di sale e spazi pubblici ai movimenti di ispirazione fascista, si sia aperto un ampio dibattito.

E ne sono lieto: infatti sull’essere antifascisti, anche negli anni del qualunquismo diffuso, si deve essere quanto mai chiari e trasparenti.

Serve esserlo, antifascisti, non vergognarsi di affermarlo, poiché è necessario difendere con il massimo della forza le radici valoriali della nostra Repubblica ed anche della nostra città.

 

E’ bene chiarirlo, la variazione del Codice della Convivenza Civile serve proprio a questo: ad impedire a movimenti che si rifanno ai principi fascisti, di scorazzare liberamente a Cesena.

 

Paolo Lucchi

E’ un problema che si stanno ponendo molte città italiane e certamente il caso di Roma – e delle difficoltà ad impedire, nel rispetto delle norme, la Marcia su Roma prevista per lo scorso 28 ottobre –, per tanti ha accelerato il percorso di consapevolezza.

 

Non vi sono altri intenti “liberticidi”; non si intende in maniera sotterranea limitare la libertà di espressione e di manifestazione: semplicemente si vuole impedire a coloro che si rifanno al fascismo, di attuare provocazioni che nulla hanno a che fare con la nostra storia e con la nostra attualità (tanto che i movimenti di chiara ispirazione fascista che abbiamo visto recentemente accentuare la loro provocatoria presenza nelle nostre piazze, hanno dovuto attingere ad esponenti giunti da altre parti della Romagna, non potendo contare tra le proprie fila neppure un cesenate).

Per spiegarlo, basta rifarsi non a valutazioni personali, ma al testo dell’articolo 23 bis del Codice della Convivenza Civile, che sarà posto all’esame del prossimo Consiglio comunale, quello del 15 novembre e la cui ratio a me pare chiarissima. Poiché le parole hanno un valore, leggendolo risulterà evidente a tutti come il riferimento sia, senza ombra di dubbio, alla esclusiva volontà di impedire manifestazioni lesive dei principi antifascisti.

 

Non a caso (basta prendere per intero in considerazione la delibera che inserisce l’articolo “Divieto di svolgimento di attività  in sfregio ai valori costituzionali), i termini “fascismo” ed “antifascismo”, sono riportati più volte e sono il chiaro riferimento di tutto l’articolato.

 

Paolo Lucchi

Potrà non piacere ad alcuni tra coloro che fingono che non vi siano differenze valoriali tra fascismo ed antifascismo ma, almeno per chi il 28 settembre scorso, in un Consiglio comunale “allietato” dalla presenza di una decina di esponenti di Forza nuova, ha dato mandato alla Giunta di “attivare uno specifico percorso per l’adeguamento degli strumenti regolamentari al fine di garantire il rispetto dei principi dell’integrazione, dell’antifascismo, della tolleranza e della democraticità, cui si ispirano i valori costituzionali”, è bene che vi sia chiarezza.

Limiteremo quindi la libertà di espressione e di manifestazione a chi si ispira ai valori della nostra Costituzione? No, mai!

 

Il Sindaco di Cesena, Paolo Lucchi

Limiteremo le occasioni di manifestazione a chi quei valori costituzionali intende invece calpestarli, rifacendosi ad una ideologia fascista che ha lasciato tracce indelebili su molta parte del mondo e sulla nostra comunità, durante un ventennio che anche a Cesena non risparmiò nessuno, che nega i campi di concentramento, le stragi, che aspira alla cancellazione delle libertà civili? Si, ci proveremo con grande forza e convinzione.    

 

Da cesenati, lo dobbiamo a chi (come i repubblicani, i democristiani, i socialisti, i liberali, i comunisti) nella nostra città ha animato la lotta di Resistenza, consentendoci di vivere in una comunità insignita della medaglia d’argento al valore militare per la sua attiva partecipazione a quella lotta di resistenza al nazismo ed al fascismo, che ogni 25 aprile, all’ombra del monumento di Ilario Fioravanti, ricordiamo con emozione vera.

Il Sindaco di Cesena, Paolo Lucchi

 

Lo dobbiamo ai tanti giovani ed alle famiglie che, non più tardi dell’11 febbraio scorso, in Piazza del Popolo hanno dato vita ad una partecipatissima manifestazione – “C’èsena – C’è famiglia – C’è accoglienza”-, per respingere le provocazioni di matrice fascista e razzista che, nel giro di pochi giorni, avevano colpito la nostra città nel vivo dei suoi valori civili.

 

Lo dobbiamo anche a chi ricorderà come, al termine di quella stessa manifestazione indetta da un ampio numero di Associazioni e di forze politiche, un Gruppo consiliare (non di maggioranza), sul tema dell’integrazione sollecitò tutti ad “un impegno fattivo e concreto nel segno dei valori per cui ci si è trovati in piazza, perché alle parole seguano azioni concrete e coerenti. Non sono in discussione valori non negoziabili, ma l’efficacia degli strumenti messi in campo ogni giorno per attuarli”.

Ecco, è quel che stiamo cercando di fare e, se il testo – predisposto con grande impegno e non poca fatica, lo ammetto, perché in Italia oggi il tema è dibattuto, ma senza che vi siano risposte tecnicamente univoche per tutti – è migliorabile, sono certo che la maggioranza sarà sinceramente pronta a metterlo in discussione, durante il Consiglio comunale del 15. Ma senza che, con l’ambiguità voluta che è parso di leggere nelle parole di alcuni lo scorso 28 settembre, si sposti neppure di un centimetro l’asse antifascista che permea la nostra comunità.

 

Perché le norme vanno applicate senza commenti, ma quando ci si accorge che le stesse consentono di non rispettare i diritti più importanti, si può e si deve provare a cambiarle.

Ed è bene che accada sempre, quando sono messi a rischio i valori antifascisti del nostro Paese.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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