Welfare aziendale, Zignani su tutte le furie

Si chiede: perché il sindacato non viene coinvolto? Eppure, ricorda, che i rappresentanti dei lavoratori sono stati protagonisti attivi nella compilazione di un innovativo patto per il lavoro

Dire che è stupito è un eufemismo. Per la verità Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil, è arrabbiato, di brutto. Veramente il termine da usare sarebbe un altro. Ma riportarlo non andrebbe benissimo. A mandarlo su tutte le furie sono le notizie sul welfare aziendale. Non che non condivida la filosofia. Ci mancherebbe altro.

Giuliano Zignani (via Facebook)

Il sociale è l’abc per un sindacalista. E tutto quello che si ottiene va benissimo. E lui si è sempre mosso in questa direzione. Si è sempre battuto per il miglioramento dei posti di lavoro perché ritiene e riteneva che avere dipendenti soddisfatti sia fondamentale sotto tutti i punti di vista, compresa la produttività.

 

Però non ha mai nascosto che, da quello che vede, la sensibilizzazione delle aziende per aumentare una consapevolezza sotto questo punto di vista ancora sembra scarseggiare.

 

Ma adesso è preoccupato per un altro aspetto: nel momento in cui il tema comincia ad essere di dominio registra il mancato coinvolgimento del sindacato. Della struttura che fin dal primo momento si è battuta per migliorare la qualità nei posti di lavoro.

Giuliano Zignani

Attenzione, la sua non è una difesa della casta. È troppo esperto per non sapere che in questo momento storico rischia questo tipo di accusa. Ma è preoccupato per i rischi che di possono correre istituendo un rapporto diretto fra azienda e dipendenti.

 

È amareggiato anche per un altro motivo. Ritiene, a ragione, che il sindacato abbia mostrato di essere propositivo costruendo e  firmando con la Regione il Patto per il lavoro.

 

Documento che parte dal presupposto che  creare lavoro oggi vuol dire impegnare tutta la società in un percorso di sviluppo “Smart, inclusive e sostenibile”, come prefigurato dal Programma Europa 2020 e ripreso dal Patto per lo sviluppo siglato nella precedente legislatura. Un Patto che vuole fare in modo che l’Emilia Romagna possa sentirsi  “Regione Europea” ed operare integrando tutti gli strumenti per stimolare dinamismo e avviare una nuova fase di sviluppo in cui ritrovare una nuova coesione sociale, valore fondamentale per il rilancio del territorio. Un documento moderno nato con il contributo di tutto e che è diventato tale perché ognuno si è messo in gioco senza pregiudizi e veti nei confronti di nessuno.

 

“Ebbene – si chiede – perché adesso non veniamo coinvolti? C’è la volontà di scavalcare il sindacato? Se così sarebbe veramente grave”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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