I think tank e la margherita del Pd

Crescono i gruppi di persone che elaborano riflessioni e proposte. Ma gli obiettivi finali mi sembrano diversi. Intanto il partitone si interroga sul profilo del futuro candidato

La lettura quotidiana dei giornali è un appuntamento al quale difficilmente rinuncerei. Quelle poche volte che non lo faccio mi sembra quasi di cominciare male la giornata.

 

In questo periodo non è però che mi stia divertendo molto. Come è giusto che sia, la stampa nazionale è concentrata sulle trattative legate alla composizione del nuovo governo. Una partita che non mi sta appassionando. Non perché non mi interessi l’argomento. Anzi. Ma sono freddo perché le trattative mi sembrano poverissime di contenuti. Lo spettacolo al quale stiamo assistendo è abbastanza deprimente. Alla faccia della terza Repubblica. Aggiungo anche che non credo alle elezioni a giugno, ipotesi della quale si parla oggi. I tempi mi sembrano molto stretti. Sul futuro, anche prossimo, non me la sento di fare previsioni.

In questo momento è più interessante seguire la cronaca locale dove in politica c’è particolare fermento. Per fortuna.

 

In particolare per la nascita dei think tank, un gruppo di esperti (forse è meglio dire di persone) impegnato nella ricerca dell’analisi e della soluzione di problemi. Diciamoci la verità: non è una novità in assoluto. È quello che succedeva e succede all’interno dei partiti con i gruppi tematici.

 

Invece, l’aspetto interessante è che c’è il coinvolgimento di volti nuovi o parzialmente tali e questo ravviva il quadro politico E lo rende più interessante (almeno a me).

 

Al momento le esperienze sono due, che, mi sembra di poter dire, hanno obiettivi diversi. Sono “Laboratorio Cesena” e “Nazione futura”. Il primo è identificabile in Riccardo Cappelli, giovane, bravo e con un’esperienza politica interessante. Il secondo è l’emanazione di Francesco Giubilei, editore giovane e ambizioso e che ha di fronte un’autostrada. Potenzialmente nessun traguardo gli è precluso.

“Laboratorio Cesena” non lo ritengo un trampolino politico. Non credo che nascerà una lista civica. Invece non escludo che dei singoli componenti possano essere candidati. Sarebbe perfettamente legittimo.

 

“Nazione futura” invece è qualcosa di molto più strutturato e che ha una visione nazionale. Per ora Giubilei non si sbilancia, parla genericamente di movimento. Forse non  diventerà mai un partito vero e proprio. Invece per Giubilei potrebbe essere l’abbrivio giusto per entrare, con un ruolo importante, nel mondo politico. La sua dimensione sarebbe quella nazionale, non locale. Di lui, per la verità, si era già parlato come possibile candidato alle politiche.

E il Pd? A dire il vero i suoi think tank il partitone (quasi ex) li ha. Sono gruppi tematici che si riuniscono e discutono. Ma non lo fanno sapere. Quasi fossero carbonari. Boh.

 

Però in questo momento in viale Bovio hanno altri c… per la testa. Sono alle prese con il rebus candidato. È vero che tutto è fermo in attesa del voto di Imola. Ma questo non vuol dire che non vengano fatti ragionamenti.  Primo, e forse più importante, riguarda il profilo del candidato: un politico o un rappresentante della società civile?

 

Ci sono diverse linee di pensiero. Sono arrivato lungo. Ne parleremo.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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