Il governo si aggrappa a Del Rio

Solo le scelte del ministro di Gentiloni potranno dare respiro ai grillo/leghisti. Ma si doveva partire da quello

Dunque, Lega e 5Stelle hanno scelto e deciso di far ricorso al deficit per fare soprattutto politiche assistenziali. Non sono d’accordo. Ma non per motivi partitici e neppure perché sono contrario al potenziamento del welfare. Ma per una serie di motivi che cercherò di spiegare.

 

Innanzitutto un keynesiano non può condividere un ricorso all’indebitamento solo per fare assistenzialismo. Su questo credo non ci siano dubbi. Sia chiaro, non contesto il potenziamento del welfare. Ma deve essere la diretta conseguenza di una politica espansiva che, in momenti di difficoltà come quelli attuali, passi attraverso gli investimenti pubblici che sono anche un volano per l’occupazione.

Inoltre non è mi è piaciuto il comportamento dei due partiti. I provvedimenti che hanno approvato erano stati abbondantemente annunciati in campagna elettorale. Il  problema è un altro: entrambi avevano garantito che le coperture c’erano. Invece non era così. E lo sapevano. Avrebbero dovuto essere chiari, virtù che in politica, purtroppo, è sempre più rara.  In politica, sempre più, il fine giustifica i mezzi. Non è bello.

 

Si dice che il vincitore di questa partita è stato Di Maio. No, il vero trionfatore è stato Savona. Non a caso il ministro degli Affari europei ieri ha detto (Il Giornale): “Abbiamo lanciato il guanto di sfida alla vecchia Europa, ora dobbiamo vincere la guerra, perché guerra sarà”. Più di così.

 

E, non credo abbia tutti i torti Del Rio quando dice che “Il disegno è quello di distruggere l’Europa e non lo hanno capito solo i 5Stelle”. Del resto è il disegno di Steve Bannon, consigliere di Donald Trump, che a Repubblica ha detto: “La rivoluzione sovranista partirà dall’Italia”. Il problema è che l’Italia non è il fine, ma il mezzo che il presidente Usa ha scelto per scardinare l’unione Europea per avvantaggiare gli Stati Uniti.

Però questa è la situazione ed ora dobbiamo cercare di capire cosa potrebbe succedere. Paradossalmente l’ancora di salvezza del governo potrebbe essere Del Rio. Sì, avete capito bene: il ministro prima di Renzi e poi di Gentiloni. Come ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha lasciato un’importante eredità: interventi infrastrutturali per circa 150 miliardi di euro (118 immediatamente attivabili). E, cosa più importante, sono già finanziati. Quindi non bisogna far ricorso al debito. Sono già messi a bilancio per i prossimi quindici anni. Non a caso Savona (il vero presidente del Consiglio) se li sta giocando su tutti i tavoli.

 

Il problema è la burocrazia. Un’infinità di ostacoli esecutivi bloccano la partenza dei cantieri. Per superarli è necessario introdurre opportuni cambiamenti  organizzativi e regolatori, a partire dalla revisione del codice degli appalti. La buona politica sarebbe dovuta partire da qui.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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