Nuovi ospedali: serve programmazione

Giuliano Zignani (Uil): "Serve un confronto perché non possiamo sbagliare i servizi di cui dotarli"

Cesena e Piacenza accomunate dallo stesso obiettivo: costruire un nuovo ospedale. La città Malatestiana però è un po’ più  avanti nella tabella di marcia. Quella emiliana, invece, ha previsto una spesa leggermente più alta: circa una trentina di milioni di euro.

 

Cambiano i fattori, ma non il prodotto: tutte e due le località avranno il nuovo ospedale. Secondo Paolo Lucchi, sindaco di Cesena, a Villa Chiaviche la prima pietra sarà posata nel 2022 e la struttura dovrebbe essere pronta nel 2025. Facile immaginare che i tempi saranno più o meno gli stessi anche a Piacenza.

Un nuovo ospedale non si costruisce molto spesso. In un territorio succede una volta in un secolo. Quindi è un evento epocale e, come tale, è destinato a far parlare. Nel bene e nel male. È inevitabile che ci siano posizioni contrapposte. Però riguardano sempre o soprattutto l’aspetto logistico. Questo non piace a Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil. Una persona che ha lasciato un segno nella sanità regionale. Fu lui, assieme a Denis Ugolini, a fare la proposta dell’Asl unica di Romagna.

 

Anche sui nuovi ospedali mostra di avere le idee chiare. “Stiamo parlando – premette – di un tema molto importante e, allo stesso tempo, delicato. Quindi è giusto e normale che la società civile si interroghi e si impegni. Si deve dibattere”..

 

Giuliano Zignani (via Facebook)

Ma c’è un però. “io però credo che in questo momento le energie dovrebbero essere profuse per interrogarsi sui contenuti dei nuovi ospedali. Di quali servizi dotarli. In questo senso non vanno fatti sconti: bisogna pretendere delle risposte. Perché, signori, stiamo parlando di sanità. Quindi della salute delle persone. E non ci possiamo permettere degli errori di programmazione, soprattutto su delle strutture nuove”.

 

Consapevole che anche la sanità è in continua evoluzione, Zignani chiede a tutti, professionisti e non, di fare uno sforzo che vada oltre le date di inaugurazione. “Dobbiamo programmare – dice il segretario regionale della Uil -. Avere una visione anche futura. Bisogna capire quali sono e quali saranno le necessità di un territorio. Solo in questo modo potrà essere fatto un servizio utile a tutta la comunità. Per carità, per fortuna non si corre il rischio di costruire cattedrali nel deserto. Ma non ci possiamo neppure permettere di sbagliare i contenuti”.

 

E conclude con un monito: “Di tempo a disposizione ce ne è. Ma non crediate che sia tantissimo. Se si vuole programmare, sei o sette anni non sono tantissimi. Quindi sarebbe utile che il confronto partisse subito. Una volta ogni tanto proviamo a giocare d’anticipo invece che rincorrere”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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