La buona politica è il tema dell’intervento di Enrico Sirotti Guadenzi.
L’ipocrisia (dal Greco ὑποκρίνομαι «fingere») è l’atteggiamento tipico
delle persone che manifestano ideali, emozioni e sentimenti che non gli
appartengono, al solo scopo di trarre in inganno i loro interlocutori.
Charles Maurice Donnay nella metà del diciannovesimo secolo sosteneva con
ironia che “non vi è società possibile, se essa non è fondata
sull’ipocrisia”. A distanza di molto tempo devo constatare con amarezza che
la sua celebre massima è andata ben oltre i confini della commedia, infatti,
ben interpreta il quadro attuale del nostro scenario politico, dove la
politica, spesso e volentieri, detiene per antonomasia lo scettro
dell’ipocrisia.
Alcuni nostri politici con l’andar del tempo hanno sempre più spesso perso
il loro senso del “dovere” in quanto schiacciati da personalismi che
contribuiscono a decretare la fine del partito che rappresentano; talvolta
dimostrando addirittura una palese cecità difronte ai reali problemi della
loro e nostra società, che li ha resi insensibili alle necessità del
territorio e degli elettori.
Ed è proprio a favore del nostro territorio che trovandoci in prossimità
della chiusura di un anno così importante che mi sento il dovere di fare
alcune considerazioni. Tralasciando il discorso più generale e nazionale, ma
rimanendo fissi sulla nostra realtà locale mi preme sottolineare ancora una
volta che nulla è cambiato: siamo sempre arroccati sulle stesse posizioni e
sugli stessi sgabelli.
Alcune fazioni, comitati e movimenti politici esistenti attualmente sulla
scena locale si atteggiano, infatti, dietro belle parole e buoni propositi
senza di fatto guardare al bene della nostra città. Ritengo che sia
necessario fare delle scelte, primo perché sembra ancora un’utopia molto
lontana che tutte le forze politiche di centro destra e/o compatibili si
riuniscano fra loro in un’unica coalizione con un programma condiviso per
consentire alla nostra città di rialzarsi dall’attuale immobilismo; secondo
perché non c’è niente di disonorevole nell’ammettere che non si può sempre
“piacere a tutti”.
Detto ciò mi auguro che la scelta dei miei concittadini sia dettata da
tanto buon senso e ricada su una di quelle persone che non abbia bisogno di
“arrivare”; che non sia semplicemente alla ricerca di una poltrona; che
ritenga ancora che sia un onore ed un privilegio servire la propria città; e
che metta da parte i suoi interessi personali per adempiere con rettitudine
ai doveri di primo cittadino.
A questo proposito mi piace ricordare quello che sosteneva P. Calamandrei,
secondo il quale per fare politica non c’è bisogno di grandi uomini, perché
basta che ci siano persone oneste che sappiano fare modestamente il loro
mestiere nel nome della loro buona fede, serietà e impegno morale.
Ed è per questa ragione che in politica ciò che a prima vista può sembrare
agli occhi dei più scafati un eccesso di ingenuità, finisce in realtà con
l’essere un buon affare per tutti.
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