Le segreterie romagnole della Uil sollecitano la nuova Conferenza sanitaria
“Attendiamo di poter riprendere al più presto temi importanti sulle prospettive della sanità in Romagna; dalla rete onco ematologica all’insufficiente finanziamento regionale, dal potenziamento delle risposte territoriali verso le cronicità alle dotazioni organiche e l’organizzazione di medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale amministrativo”. Questo il commento della UIL di Ravenna, Cesena, Forlì e Rimini all’indomani della nomina di Michele De Pascale quale Presidente della CTSS della Romagna.
Già lo scorso 18 giugno la UIL di Ravenna, Cesena, Forlì e Rimini sollecitarono la CTSS sulla doverosa ed urgente ripresa del confronto istituzionale con quelle caratteristiche di continuità, necessarie per una Azienda Sanitaria che per complessità gestionale è unica nel panorama regionale.
Proprio infatti la complessità e le dimensioni possono rappresentare quelle opportunità di crescita e valorizzazione di tutti i territori che erano alla base della costituzione dell’Ausl della Romagna; opportunità che si devono sostanziare indirizzando con chiarezza le economie di scala che derivano dalla unificazione, richiamando la Regione ad una maggiore attenzione nei confronti di ciò che doveva rappresentare un nuovo modello di sanità, superando quella percezione che hanno cittadini e professionisti rispetto ad una eccessiva burocrazia che limita ed ostacola i processi di sviluppo.
“Nell’augurare buon lavoro alla nuova CTSS”, ci aspettiamo quindi una ripresa del confronto che, ad avviso della UIL deve segnare, dopo gli anni necessari ad una importante opera di unificazione di regole, a partire da quelle contrattuali, un ulteriore cambio di passo, una seconda fase che possa garantire la migliore risposta a tutti i cittadini della Romagna e le migliori condizioni di lavoro per gli oltre 15.000 dipendenti, riportando in sostanza al centro i principi e gli obiettivi per i quali è stata creata l’Ausl della Romagna che ricordiamo risponde alle necessità di quasi un terzo della popolazione dell’intera Regione.
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