Svolta ambientalista

Non siamo al punto di non ritorno, ma quasi

Come evolverà la crisi di governo? Mentre a Cesena teneva banco il passato politico di Sandro Gozi (ci torneremo), a livello nazionale ha dominato (e continua a farlo) lo scontro politico. Ma la vera notizia di questa afosa estate è un’altra: gli incendi nella foresta amazzonica. A migliaia di chilometri di distanza è difficile identificare un colpevole. Ma ci sarà un motivo se tutti o quasi puntano l’indice accusatore contro il neo presidente. Da parte di Bolosonaro poi paiono risibili e accuse mosse contro le Ong.

Quello che sta succedendo in Brasile, ma non solo, però è un chiaro monito ai governanti del mondo: serve una svolta green. In alcuni casi è  fondamentale. Come nel settore auto. C’è uno studio contenuto nel rapporto Global Head of Sustainability Research di Bnp Paribas Asset Management che attesta che entro il 2025 aumenterà la presenza sul mercato di auto elettriche e diminuirà la dipendenza da petrolio il cui costo crollerà sotto i venti dollari al barile.

Comunque, a prescindere, non c’è più tempo da perdere per una svolta green. Non dico che siamo al punto di non ritorno, ma non ci possiamo più permettere tentennamenti.

Non sono uno scienziato. Ma non credo che servano titoli particolari per capire che ci sia la mano dell’uomo dietro i cambiamenti climatici che ci stanno interessando e infastidendo. Chi, come me, ha qualche anno di troppo ricorda e rimpiange le estati dominate dall’anticiclone delle Azzorre. Quel caldo secco e gradevole che non è neppure lontano parente di quello umido e fastidioso determinato dalle ondate provenienti dall’Africa che rischiano di diventare sempre più frequenti.

L’afosa estate 2019 mi ha riportato alla mente uno o più articoli letti qualche anno fa.  Riguardavano, se non ricordo male, la corrente del Golfo che perdeva di intensità e che, nel medio termine, avrebbe determinato cambiamenti climatici sostanziali. Non so se è quello il vero motivo. Però, temo, che l’afosa estate 2019 non sia un’eccezione, ma una regola. Del resto il riscaldamento globale non è una novità. Per quello è fondamentale una svolta green. Ma serve a livello globale. Il problema è dei politici, ma non solo. Anche gli elettori hanno le loro belle responsabilità. Tutti, a parole, sono ambientalisti convinti. Innanzitutto però dovrebbero dimostrarlo con gesti concreti da fare tutti i giorni.


Inoltre si deve capire che non ci sono e non ci possono essere ricette miracolose. Una politica green è una conquista quotidiana. Piccoli tasselli che poco alla volta di inseriscono in un puzzle globale. Un risultato però che si può ottenere solo con una visione politico/amministrativa di lunga durata e meno egoistica. Una visione però, sia chiaro, che non è nemica (non potrà mai esserlo) dello sviluppo e del profitto. È invece in contrasto con chi cerca scorciatoie che sono  utili al momento, ma che possono creare problemi alle future generazioni. Cosa vogliamo? È il momento di scegliere.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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