Dietro l’angolo la rivoluzione

Se Cairo si candiderà nulla sarà come prima

Non sono pregiudizialmente contrario a un governo Pd/5Stelle. Ma non mi convincono le soluzioni al ribasso, soprattutto per quanto riguarda il governo del paese. E quella che si sta prospettando è una soluzione che non ha le stigmate del governo di legislatura. L’impressione è che faticherebbe ad arrivare alla primavera del 2002, ovvero quando ci sarà l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Per quella data potremo avere una scomposizione del quadro politico. In questo momento le chiavi le ha in mano Urbano Cairo. Se l’editore deciderà di candidarsi il panorama politico cambierà. Sommovimenti ci saranno a tutte le latitudini. Cosa che sanno tutti. Non a caso ieri le cronache politiche parlavano di un Salvini preoccupato da questa eventualità. Sa che rischierebbe di perdere buona parte, se non tutti, gli elettori di Forza Italia che hanno abbandonato l’ex cavaliere. Inoltre Cairo potrebbe pescare nel nord produttivo che è la base del Carroccio. Anche perché è un elettorato che non vuole uscire dall’euro, ipotesi che Salvini fra trapelare spesso.

Urbano Cairo

Ma Cairo non è visto bene neppure da Berlusconi. Sempre secondo gli analisti politici i rapporti fra i due sono ai minimi storici a causa di alcuni servizi apparsi su la7 della quale Cairo è editore. Ma la verità è un’altra: il Berlusca è consapevole che il Cairo politico sancirebbe il suo definitivo pensionamento. Ancora con un Toti qualsiasi se la gioca e bene. Con Cairo no.

Cambiamenti ci sarebbero anche in casa Pd. L’impressione è che sarebbero in molti a salire sul carro dell’editore torinese. A partire da Renzi e Calenda. Il loro esempio potrebbe essere seguito  da molti componenti dell’area più centrista. Nello stesso tempo ci dovrebbe essere una ricomposizione con Leu. Del resto la frattura non avrebbe più motivo di esistere.

Ma anche i 5stelle avrebbero delle ripercussioni. Il movimento ormai ha perso il voto delle periferie che si è spostato verso la Lega. Ebbene, a parte lo zoccolo duro, il voto grillino ora è più moderato e potrebbe guardare con interesse a Cairo, a meno che non sia definitivamente conquistato da Conte.

E a Cesena cosa succederebbe? La scomposizione politica ci sarebbe anche in città. Ma in realtà questa legislatura non me risentirebbe in quanto Lattuca può contare su un quasi monocolore Pd.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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