Tormenti e equivoci della sinistra

Più che sui contenitori dovrebbe dibattere sui contenuti

CESENA. Ci risiamo. Si torna a parlare di un nuovo partito per la sinistra. L’ideona è stata lanciata da Massimo D’Alema nel corso di un convegno organizzato da “Italianieuropei”,  fondazione che fa riferimento allo’ex presidente del Consiglio. Di per se l’idea non è sbagliata. Il problema però è un altro: il dibattito non deve ruotare attorno al contenitore, ma ai contenuti. 

Se le attuali formazioni che costellano la galassia della sinistra non riescono più ad intercettare la preferenza di una parte della base non è perché il mondo è cinico e baro, ma per la mancanza di risposte adeguate. E’ vero che la sinistra ha la straordinaria capacità di complicarsi la vita anche per eccessivi personalismi ed una continua frammentazione. Nello stesso tempo però è anche indubbio che abbia grosse difficoltà ad interfacciarsi con i ceti medio bassi, quelli che una volta formavano il popolo della sinistra.

Quello attuale, invece, sarebbe il momento migliore per riallacciare quei rapporti in quanto stiamo vivendo una devastante crisi che aumenta le diseguaglianze in un clima che ha evidenziato il fallimento del neoliberismo e rimesso al centro alcuni pilastri della sinistra come i beni pubblici e il welfare. Il problema è che su proprio questi argomenti la sinistra fatica a competere con i sovranisti sul piano dell’ identità, del bisogno di protezione.

Più che pensare ad un nuovo partito D’Alema e soci dovrebbero fare quello che sarebbe servito da un pezzo: presentare un progetto di riforma del capitalismo che renda possibile il contenimento delle diseguaglianze e la tutela dell’ ambiente. Su una cosa D’Alema ha ragione: serve creare una forza che possa rivolgersi al 30 per cento o poco più di italiani. Non che prenderne di più sarebbe negativo. Ma puntare ad un obiettivo più alto significherebbe parlare ad una platea più ampia e per farlo bisognerebbe “annacquare” la proposta appannando la propria identità. Un pò quello che è successo in passato. 

In definitiva, serve una sinistra che sappia realmente essere di lotta e di governo. Il che vuol dire essere coerente con le proprie idee. Non serve fare continuamente più uno con i sovranisti, ma dimostrare con le parole e con i fatti che la redistribuzione del reddito è il suo obiettivo principale. Ma per raggiungerlo serve crearlo, ma non attraverso i sussidi, bensì grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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