Allarme rosso: sono esplose le diseguaglianze

La cosa assurda è che il tema è dibattuto a Davos, ma in Italia è relegato in secondo o terzo piano

CESENA. L’Italia dei record (negativi) ne aggiunge un altro: nel bel mezzo della pandemia apre una crisi politica al buio. Al momento nessuno ha certezze su come finirà. La speranza è che si faccia in fretta, perché c’è bisogno di tutto fuorché di perdere tempo. Poi vedremo quale sarà il nuovo presidente del Consiglio e da chi sarà sostenuto. Ma, soprattutto, quale sarà il programma. La speranza è che si punti con forza alla lotta alle diseguaglianze. Perché, nonostante se ne parli pochissimo, è una delle più grandi emergenze planetarie. La cosa assurda è che il tema è dibattuto al Forum di Davos, incontro annuale tra esponenti di primo piano della politica e dell’economia, mentre in Italia, nei dibattiti sulle cose che il governo dovrà fare, nessuno ha detto niente. Sbagliano a Davos o in Italia?

Nel Forum sull’economia il rapporto sulle disuguaglianze è stato presentato in apertura. E’ emerso che l’aumento della forbice tra segmenti della popolazione si è riscontrato ovunque, anche nei Paesi che hanno ricominciato a crescere come la Cina. I miliardari sono al massimo storico, mentre i più poveri si riprenderanno tra dieci anni. A  dicembre la ricchezza dei miliardari nel mondo aveva raggiunto il massimo storico di 11.950 miliardi di dollari, ossia quanto stanziato da tutti i Paesi del G20 per rispondere al coronavirus. Situazione che si riproduce anche in Italia: da marzo la ricchezza di 36 miliardari italiani è aumentata di oltre 45,7 miliardi, pari a 7.500 euro per ognuno dei sei milioni più poveri dei nostri connazionali. Un’infermiera dovrebbe lavorare 127 anni per guadagnare quanto un amministratore delegato in un anno. Sono i dati del Rapporto Oxfam presentato oggi all’apertura del World Economic Forum che si è svolto in forma virtuale.

In Italia le cose non vanno bene, da tempo ci sono ampi squilibri nella distribuzione della ricchezza.  A metà 2019 il top-10% della popolazione italiana possedeva oltre sei volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. Allo scoppio dell’emergenza pandemica circa 10 milioni di italiani più poveri, con un valore medio del risparmio non superiore a 400 euro, non avevano cuscinetti finanziari per resistere e poco più del 40% degli italiani era in condizioni di povertà finanziaria. Secondo la Banca d’Italia, durante il primo lockdown metà delle famiglie italiane dichiarava di aver subito una contrazione del reddito ed il 15% di aver visto dimezzarsi le entrate, solo il 20% dei lavoratori autonomi non aveva subito contraccolpi. A fine estate nel 20% delle famiglie con figli minori di 14 anni uno o tutti e due i genitori aveva ridotto l’orario lavorativo o rinunciato al lavoro per accudirli. Mentre il 30% dichiarava di non disporre di risorse sufficienti per far fronte a spese essenziali nemmeno per un mese. E il fondo non è ancora stato toccato. Cosa succederà se verrà tolto il blocco dei licenziamenti?

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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