Nubi tempestose sulla politica

Il futuro è sempre più incerto

CESENA. Un macigno. E’ quello lanciato da Luca Zaia, governatore leghista del Veneto, nel corso della trasmissione Piazzapulita su La7. Pressato dal conduttore su quali potranno essere le strategie politiche del Carroccio (più coi sovranisti o più col Ppe, più versante Berlusconi e moderati o versante Giorgia Meloni?), la risposta del Doge è stata secca: “Il futuro della politica è un futuro in cui verranno abbandonate le casacche che storicamente e culturalmente riconosciamo, destra e sinistra, centro e quello che è. La politica va nella direzione di leader scelti dai cittadini sulla base di progetti. Dovremo uscire da quegli schemi”.

Vero, possibile o semplice desiderio? L’impressione è che un fondo di verità ci sia. Anzi, molto più che un fondo. Del resto l’uomo forte è sempre piaciuto agli italiani. Inoltre si potrebbe pensare che decidere in base ai progetti non sarebbe poi così male. Anche in considerazione del fatto che difficilmente i progetti di un progressista potrebbero essere gli stessi di un conservatore. Discorso sempre più teorico, perché certe idee tendono ad annacquarsi. Più facile, invece,potrebbe essere scegliere fra europeisti e sovranisti.

Il problema di fondo però è un altro: la capacità di della fetta più rilevante degli elettori (il ventre molle) di fare una valutazione. C’è un dato che ormai è inconfutabile: la buona politica non è premiata alle urne. O, quanto meno, lo è sempre meno. Di esempi ormai ce ne sono a bizzeffe: l’elettore continua a farsi conquistare dall’imbonitore di turno. Poco importa che l’esperienza abbia insegnato che dietro alle promesse mirabolanti ci sia il vuoto assoluto o, quanto meno, la mancanza di una visione nel medio/lungo termine che è fondamentale per governare un paese.

Ad esempio, è più facile ottenere consensi promettendo tolleranza zero sui migranti che non presentando un piano per risolvere il problema del mismatch che pesa sempre di più nel mondo del lavoro. E’ però indubitabile che la mancata corrispondenza fra tipo di domanda e relativa offerta rischia di essere gup che penalizza lo sviluppo del mondo produttivo che per essere competitivo con i sistemi più avanzati necessita di tecnici preparati e di una formazione continua. Insomma, uno dei tanti temi delicati e fondamentali e dai quali non si può prescindere per lo sviluppo del Paese, ma che nel ventre molle dell’elettorato difficilmente può fare presa. Con il rischio di tutti gli annessi e connessi.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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