Cosa rende Draghi dominante

Secondo Euromedia Research il suo gradimento è al 67 per cento

CESENA. Non imperversa sui social, non fa l’imbonitore in tivù, non promette la luna nel pozzo. Eppure Mario Draghi ha un gradimento che si avvicina al settanta per cento. Euromedia Research, nel primo sondaggio dopo la pausa estiva, lo ha stimato al 67. Ma il dato più importante è che è stabile da tempo. Qual è il segreto?

Innanzitutto va detto che il premier è avvantaggiato dal fatto di essere il leader di un governo istituzionale. Se virasse a destra o sinistra perderebbe una parte del gradimento che comunque resterebbe alto. L’impressione è che Draghi piaccia per una serie di motivi: gode di grande prestigio, ha una levatura sopra la media (comunque non eccelsa) della nostra classe dirigente, frequenta i potenti e li tratta alla pari, padroneggia la finanza, conosce la geopolitica, sa esprimersi in lingua straniera. 

Mario Draghi

Inoltre è considerato quell’uomo forte al quale in molti vorrebbero aggrapparsi. Del resto, anche se cerca di mantenere un basso livello, si ha sempre più l’impressione di avere a che a fare con l’uomo solo al comando. Anche perché sa di avere a che fare con esponenti politici con una caratura limitata, decide come gli pare e lo comunica in conferenza stampa. Per molto meno c’è chi è stato definito un golpista. Adesso, invece, nessuno obietta sul metodo e tutti cercano di adeguarsi, compresa l’opposizione. Se poi i risultati sono buoni (vedi la crescita che sfiora il sei per cento) alla gente questo piace. 

Ma la domanda delle cento pistole è un’altra: cosa succederà in futuro? L’impressione è che potrebbe governare fino al 2013, sempre che non decida di di traslocare sul Colle. Ma è difficile pensare che a lui possa andar bene una simile soluzione. Lui è un operativo. E si ha l’impressione che un suo coinvolgimento sarà indispensabile anche in futuro. Perché agli occhi del mondo restiamo il paese di Pulcinella; perché è Draghi che fa quadrare i conti. La sola idea di immaginarlo in relax nella villa di Città della Pieve scatenerebbe l’inferno e poteri forti, mercati e spread si abbatterebbero sull’italietta. In un battibaleno ci ritroveremmo sull’orlo del default. Insomma, rischierebbe di essere più ingombrante da ex rispetto a quanto non lo sia il dominante di oggi.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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