Bilancio record di Hera: gioiscono gli azionisti, meno gli utenti

Difficile esultare per la rateizzazione dei pagamenti

CESENA. Hera chiude con un attivo record e aumenta il dividendo di 12 centesimi per azione, in rialzo rispetto a quanto previsto nel precedente documento. E’ questo il dato più significativo della nota inviata dalla multiutility dopo aver approvato il bilancio 2021. Nella stessa aggiunge che grazie a questi risultati può supportare i propri clienti con la rateizzazione dei pagamenti. 

Senza dubbio vanni fatti i complimenti al management di Hera per i risultati ottenuti. Però c’è un retrogusto amaro. Nell’ultimo periodo le bollette sono diventate una mazzata. A partire da quelle di gas e luce. E la rateizzazione è poco più di un pannicello caldo, perché rateizzare significa solo posticipare i pagamenti. In provincia di Forlì Cesena poi abbiamo un costo dell’acqua alle stelle. Secondo alcuni studi è il più alto d’Italia. Se anche non fosse così sarebbe comunque ai primissimi posti e non è una cosa bellissima. Nello stesso tempo però abbiamo un’azienda di servizi (Hera) che fa utili importanti e aumenta i dividendi. In questo caso non tutto il male vien per nuocere: tra gli azionisti ci sono anche gli enti pubblici  che così potranno incassare di più dando un po’ di ossigeno alle proprie casse. Ma ci sono anche i privati. 

A chi però non cambia nulla è l’utente che è quello che utilizzando i servizi porta Hera a fare bilanci record, ma nelle bollette vede solo aumenti. Mentre la voce calo delle tariffe sembra essere uscita dal vocabolario. Diminuirle non sarebbe molto difficile: si potrebbe utilizzare una parte dell’utile o l’aumento di dividendo. Però si dovrebbero evitare tagli a pioggia e prendere in considerazione quelli mirati, con l’obiettivo di aiutare i redditi bassi, in ottemperanza alla regola principale della politica: creare ricchezza e redistribuirla il più equamente possibile. 

Del resto siamo di fronte ad un’azienda pubblica. Quelle che devono soddisfare i bisogni pubblici producendo o erogando servizi di pubblica utilità. Il problema però sta nell’interpretazione di “soddisfare i bisogni pubblici”. Farlo non significa solo produrre o erogare, ma anche intervenire in favore degli utenti e, soprattutto in momenti difficile come questi, è un po’ poco la rateizzazione dei pagamenti. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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