Il Comitato di Quartiere Ospedaletto Pianta Coriano ha ricordato i partigiani Leo Gramellini e Remigio Saviotti

Si è svolta sabato 23 aprile 2022, presso il parcheggio della palestra Buscherini, via Orceoli, Forlì, l’inaugurazione del restauro della lapide commemorativa dedicata ai partigiani Leo Gramellini e Remigio Saviotti. Alla cerimonia, sono intervenuti Alessandra Ascari Raccagni, presidente del Consiglio Comunale di Forlì, Alessandro Gasperini, coordinatore del Quartiere Ospedaletto Pianta Coriano, Lodovico Zanetti, presidente Anpi, Maria Luisa Bargossi, presidente AUSER, e Gabriele Zelli.
La manifestazione, compresa nel programma delle iniziative promosse dal Comune di Forlì in occasione del 25 Aprile, si è tenuta dopo che nei giorni scorsi i volontari dell’ANPI e dell’AUSER Lucia Saccone, Natale Corzani e Zino Tamburrino, hanno ripulito il cippo che ricorda i due giovanissimi partigiani.  
Negli interventi è stato ricordato che durante il corso della primavera del 1944 le zone collinari del pesarese, del riminese e del forlivese, attraversate dalla Linea Gotica, furono teatro di vasti scontri tra soldati tedeschi, uniti a miliziani italiani aderenti alla Repubblica Sociale, contro le formazioni partigiane, con episodi di straordinaria ferocia verso le popolazioni inermi.

Secondo le ricostruzioni storiche degli episodi dove trovarono la morte Leo Gramellini e Remigio Saviotti l’esercito tedesco aveva mobilitato circa 800 uomini, fra cui 150 repubblichini. Erano truppe con armamento pesante e una buona organizzazione per avviare una battaglia contro i partigiani che contavano fra le proprie file cinque o seicento giovani malearmati, poco equipaggiati, stremati da lunghe settimane di vita alla macchia e attività di guerriglia.
Il 5 e 6 aprile 1944 iniziò una vasta operazione tedesca, appoggiata dai reparti italiani, per un attacco concentrico contro i nuclei partigiani: questi, per evitare l’accerchiamento, si divisero in due gruppi. Trecento di loro, compreso il comandante Ilario Tabarri, si incunearono tra le maglie dei fascisti e dei tedeschi e si portarono verso San Piero in Bagno e il passo dei Mandrioli. Gli altri, al comando di Alberto Bardi, per una azione diversiva, andarono in direzione opposta, verso le Marche.
La sera del 6 aprile i tedeschi arrivarono a Capanne di Verghereto dove era stata allestita una sorta di infermeria con 25 partigiani ricoverati che nel frattempo era stata abbandonata da chi ne aveva avuto la forza. I militi tedeschi si accanirono su quelli rimasti e subito uccisero a calci di fucile e colpi di pietra due giovani, Antonio Polidori e Carlo Fabbri. Gli altri presenti nell’infermeria, insieme ai civili del posto che erano stati catturati, vennero legati e costretti a trasportare pesanti casse di munizioni e armi tedesche e avviati ad un lungo calvario sulle vette e le valli tra Balze e Casteldelci.
La mattina del 7 aprile si scatenò una furiosa battaglia in direzione di Fragheto. La compagnia partigiana, comandata da Bardi, composta di forlivesi, cesenati, aretini, Pesaresi, slavi e russi, sorprese i reparti tedeschi nei pressi di Calanco. Nell’impari lotta, dopo tre ore di violento combattimento, Bardi ordinò lo sganciamento e i partigiani si ritirano a piccoli gruppi. Nello scontro morirono tre tedeschi, altri vennero feriti e caddero i partigiani Pietro Landi e Domenico Biserni, mentre Remigio Saviotti, gravemente ferito fu lasciato a casa di un residente della zona. I tedeschi si accanirono anche sul parroco di Fragheto don Adolfo Bernardi, che, pur in una situazione drammatica, si accingeva alle benedizioni pasquali e venne spogliato dei paramenti, catturato e preso in ostaggio.
La rabbiosa reazione tedesca si scaricò sui catturati alle Capanne: furono fucilati a Calanco: Guido Bulgarelli, Leo Gramellini, Tullio Pietro Battelli, Vittorio Fabbri e un partigiano slavo o russo la cui identità rimane ignota, nonché su Remigio Saviotti che nel frattempo era stato scoperto e catturato.
Un milite tedesco, catturato dai partigiani alle Capanne e tenuto prigioniero a Fragheto, sfuggì ai partigiani, rientrò al suo reparto e il comandante tedesco ordinò un’azione di perlustrazione. I soldati incaricati si imbatterono, nei pressi delle prime case del paese, in un pugno di partigiani in fuga verso Carpegna e si verificò uno scambio di colpi con tre feriti e uno o due morti tra i tedeschi.
La rappresaglia si scatenò sugli abitanti; su 75 residenti vennero uccisi 7 bambini, 2 giovani, 6 anziani e 15 donne e le case della frazione di Fragheto furono incendiate.
La sera del 7 aprile i reparti tedeschi, a scaglioni, compreso il reparto con i superstiti dell’attacco all’infermeria delle Capanne, sopravvissuti alla fucilazione di Calanco, giunsero al ponte di Casteldelci e qui si fermarono con i prigionieri legati, affamati, in condizioni disumane, che il giorno dopo saranno uccisi senza pietà dai miliziani italiani.
“Da allora il luogo è denominato il Ponte degli Otto Martiri”, ha concluso il suo intervento Gabriele Zelli, “che, insieme agli altri posti dove si sono verificati fatti analoghi, è il testimone che interroga le nostre coscienze, il monumento che ricorda il sacrificio di quei giovani, quale estremo gesto per la nostra libertà”. 

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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