Certe scelte sono più che assurde. Poi però non ci si deve lamentare per l'astensionismo
CESENA. Non è certo un segreto che la politica spesso sia cervellotica. Nella composizione delle liste elettorali però la stranezza è elevata alla massima potenza. Lo dimostra quello che è successo nell’ultima tornata e la Romagna è una cartina di tornasole. E’ successo di tutto e di più. Probabilmente la stessa situazione c’è anche da altre parti d’Italia. Ed allora è lecito porgersi una domanda: cui prodest? Dare una risposta è difficile, perché è difficile capire quali siano i beneficiari di buona parte delle scelte fatte dalle segreterie nazionali. Poi però non ci si deve meravigliare se gli elettori sono sempre più distanti.
Sono diverse le scelte che non hanno una giustificazione. In particolare quelle del centrodestra. La coalizione guidata da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, ad esempio, ha candidato nel collegio uninominale della Camera Forlì Cesena una sconosciuta (per i romagnoli) reggiana. Nello stesso tempo ha dirottato la “cesenate” Alice Buonguerrieri a Ravenna. Non potevano invertire i collegi? Tutto lascia credere che a Gloria Seccanti Jotti non sarebbe cambiato niente se invece che a Forlì Cesena fosse stata candidata a Ravenna. Nello contempo Alice Buonguerrieri avrebbe potuto fare campagna elettorale in un territorio dove è conosciuta.
Cervellotica appare anche la decisione del terzo polo di non candidare Di Maio nel collegio uninominale di Forlì Cesena. Il parlamentare non avrebbe avuto speranze di vincere, ma tutto lascia credere che avrebbe portato più fieno in cascina rispetto a quello che potrà garantire un comunque volenteroso Luca Ferrini. Alla fine a brindare sarà Massimo Bulbi, candidato del Pd, al quale hanno tolto diversi ostacoli.
Tra le scelte “strane” ce ne è anche una della Lega. Ma questa non è cervellotica, bensì pare legata a dinamiche partitiche che solo fra qualche tempo potranno essere capite. Però è strano che un pezzo da novanta come Jacopo Morrone non sia stato inserito in un collegio blindato. E’ vero che la Lega deve fare dei sacrifici, ma non si pensava che dovesse pagare pegno un ex sottosegretario e, soprattutto, l’esponente romagnolo più in vista.
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