Carlo D’Amicis a Il Tempo Ritrovato

RAVENNA. Sabato 14 gennaio alle 11 alla Biblioteca Classense si terrà l’ultimo incontro della rassegna Il Tempo Ritrovato, e sarà ospite Carlo D’Amicis in dialogo con Matteo Cavezzali.

Lo scrittore pugliese finalista al Premio Strega è anche autore e conduttore di  Fahrenheit su Rai Radio3 ed è autore di Quante Storie su Rai3. 

Il suo ultimo romanzo è “La regola del bonsai” (Mondadori).  A sette anni, mentre assiste con il padre Rudolf allo sbarco del primo uomo sulla luna, Werner Wolf viene a sapere qualcosa che gli cambierà la vita per sempre: sua madre Klara è il frutto segreto della relazione tra Eva Braun e Adolf Hitler. L’inevitabile conseguenza è che Werner ha avuto in sorte come nonno, anziché un simpatico vecchietto che gli racconti le favole davanti al camino, il più esecrabile criminale della storia: il male assoluto. La sua vita diventa così un’impossibile fuga da se stesso e dalla vergogna di una colpa mai commessa, mentre la madre, bellissima cantante d’opera fallita, vende il proprio sangue a decrepiti filonazisti per una bottiglia di vodka. Cinquant’anni dopo Werner vive – senza passato e soprattutto senza futuro – in una baracca ai margini di Berlino. Trascorre le giornate in solitudine, cammina nei boschi, raccoglie oggetti dalla spazzatura e si barcamena tra l’ostilità del padre Rudolf, anziano e paranoico vivaista appassionato di bonsai, e gli assalti di Danny Grunberg, logorroico agente di spettacolo deciso a trasformarlo in un fenomeno da baraccone, convinto che la memoria sia il vero business del nostro tempo. Da questo vicolo cieco parte un imprevedibile viaggio, reale e soprannaturale al tempo stesso, dalla Germania all’estremo Sud dell’Italia. Un viaggio che, attraverso l’incontro con una ragazzina impertinente e poco incline alle lezioni della storia, catapulterà il nipote di Hitler in una dimensione arcana e sospesa, dove tutto – perfino l’incancellabile macchia di Werner – potrà essere illuminato da una luce diversa. “La regola del bonsai” è un romanzo tragico e al tempo stesso ironico, scandito da un’azione incalzante e innervato di simboli, che ribalta le prospettive abituali intorno alla memoria suggerendo la necessità di un’elaborazione del passato in grado di farci entrare in modo nuovo nel futuro.

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