Quando il presidente chiese un aiuto al Comune per cercare di coinvolgere le imprese
CESENA. Circa dieci anni fa Giorgio Lugaresi valutava l’ipotesi di candidarsi a sindaco per il centrodestra. La proposta gli era stata fatta da alcuni imprenditori, in particolare uno del settore immobiliare. All’epoca lo scrisse il Corriere Romagna. Dopo una ventina di giorni dalla pubblicazione della notizia il diretto interessato disse che non era disponibile a candidarsi.
Ma in quel lasso di tempo si cercò di approfondire lo stato delle cose per non farsi trovare impreparati di fronte ad una notizia gustosa: la sfida elettorale fra il sindaco in carica e il presidente della squadra di calcio, due persone che necessariamente devono avere interlocuzioni. Fra l’altro il Cesena calcio viveva un periodo non molto felice, non tanto sotto l’aspetto sportivo, bensì su quello societario.
All’epoca Giorgio Lugaresi era tornato da poco alla guida dela sodalizio bianconero dopo quasi cinque anni di gestione Campedelli. Da quello che emerse fu allora che fu proprio durante il suo ritorno che si approfondì la conoscenza diretta fra l’allora sindaco Paolo Lucchi e Lugaresi.
La prima conoscenza diretta avvenne quando Lugaresi chiese un incontro al sindaco che, come in precedenza aveva fatto con Campedelli, evidenziò la centralità dell’Ac Cesena per la città e sottolineò la sua volontà di dare una mano, se la stessa fosse stata richiesta. Incontri senza mediazioni e chiacchiere a vuoto.
Era quello che Lugaresi si augurava e chiese di provare a convocare le principali imprese del territorio cesenate. Il sindaco diede la sua disponibilità coinvolgendo anche il suo vice Carlo Battistini con l’obiettivo di salvaguardare un bene, non solo sportivo, come la squadra di calcio. Incontri, seguiti dalla stampa, che però, nel medio periodo, non diedero gli esiti che Lugaresi sperava. Non a caso dopo il crac in una lettera Lugaresi fu critico con il sindaco e con Alessandri e Amadori lamentandosi che non erano state mantenute le promesse fatte.
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