RUSSI. Se a qualcuno doveva passare per la testa di associare le parole “rave” e “classico”, quel qualcuno non poteva che essere Enrico Melozzi, eclettico polistrumentista e direttore d’orchestra che ha per missione la liberazione della musica classica dalla dimensione elitaria in cui è troppo spesso confinata.
Melozzi, che il pubblico di Ravenna Festival ha conosciuto durante le “invasioni” dei 100 Cellos, è l’artefice di Un rave classico in programma a Palazzo San Giacomo di Russi: sabato 15 luglio, alle 20 si apre la maratona notturna nel segno della divulgazione di Mozart, Beethoven, Rossini…solo apparentemente lontani dal gusto delle nuove generazioni. Con la complicità dell’indomito violoncello di Giovanni Sollima e un cantautore del calibro (e della ricercatezza) di Niccolò Fabi, ospiti speciali della serata, Melozzi guida la sua Orchestra Notturna Clandestina, gruppo sinfonico composto da solisti di diverse nazionalità ed estrazioni musicali. A condividere il palcoscenico con questi magnifici rivoluzionari ci sono i pianisti Giuseppe Andaloro, Francesco Libetta e Carlotta Maestrini, i violinisti Clarissa Bevilacqua e Federica Vignoni, i cantanti Elsa Lila e Nicola Ulivieri; partecipano anche la violoncellista Valentina Irlando con Yulia Moseychuk al pianoforte e il pianista Paolo D’Agostino. Questa seconda notte di Ravenna Festival a Palazzo San Giacomo, dove gli spettacoli sono organizzati in collaborazione con il Comune di Russi, è possibile grazie al sostegno di BPER Banca.
Fu il drammaturgo polacco Tadeusz Kantor che, durante l’occupazione nazista della Polonia, diede vita al Teatro Clandestino; l’aggettivo “clandestina” che Enrico Melozzi ha scelto per la sua orchestra, fondata nel 2016, è un omaggio a quell’esperienza di arte e cultura come forma di resistenza, appello per la libertà, superamento dei confini e dialogo diretto, privo di accademismi, con il pubblico. L’Orchestra Notturna Clandestina è infatti una delle molte vie che Melozzi percorre per mettere in evidenza la funzione sociale e formativa della musica, in una ricerca che passa per l’abbattimento di tutte quelle barriere di stile e genere dietro cui si trincera molta “cultura alta”.
Al contrario, Melozzi – celebre anche per aver diretto l’orchestra a Sanremo in occasione delle performance di artisti come Mr Rain, i Måneskin e Gianluca Grignani – ha rinunciato a ogni tabù, in nome di una musica di tutti e per tutti, restituita al pubblico come emozionante rito collettivo. Accanto ai brani firmati da Niccolò Fabi, Giovanni Sollima e lo stesso Melozzi, il programma include incursioni nell’universo lirico come “Gelido in ogni vena” dal Farnace di Vivaldi, il finale dal Don Giovanni di Mozart e la cavatina “La calunnia è un venticello” dal Barbiere di Rossini, e pagine preziose come l’ouverture Coriolano di Beethoven e il primo movimento della suite Sheherazade di Rimskij-Korsakov.
Fu “nobile villeggiatura” per i Conti Rasponi, maestosa residenza gentilizia la cui architettura richiama il palazzo dei Farnese a Colorno e quello degli Este a Modena; è il “muraiòn”, il muraglione, per i Romagnoli, con i suoi 84 metri e mezzo d’imponente facciata. E per Ravenna Festival? Il colpo di fulmine con Palazzo San Giacomo a Russi risale a oltre quindici anni fa con l’Ur-Hamlet di Eugenio Barba. Da allora San Giacomo è uno dei luoghi di spettacolo più amati dal pubblico, che qui ha ballato sui ritmi della taranta e delle balere, dell’Irlanda e dell’Africa, ha applaudito artisti come Seun Kuti, Tony Allen, Capossela, Lindo Ferretti, cantato con De Gregori e i Baustelle…
Anche per questa serata si rinnova il momento gastronomico con gli stand dei cappelletti e della piadina, aperti dalle 19.30.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto in piedi 20 Euro; under 18: 5 Euro
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