I 100 anni dell’Accademia a “Storie del Mar”

RAVENNA. Prosegue domenica 7 aprile al Mar di Ravenna la rassegna Storie del MAR, nata dalla collaborazione tra Ravenna Teatro, Centro di Produzione Teatrale ravennate, MAR, museo d’arte della città, e Conservatorio statale Giuseppe Verdi nel segno del rapporto tra teatro, arte e musica.

Sul modello di Storie di Ravenna, rassegna alla sesta edizione che coniuga la storia della città con i tempi e i linguaggi del teatro, si è costruito un percorso – denominato Storie del MAR – che mette in relazione le opere presenti al Museo con esperti e professionisti guidati dalla regia di attori delle Albe.

Domenica 7 aprile alle 15 al Mar si terrà lo spettacolo dal titolo 100 anni di “tessere”: la scuola di mosaico all’Accademia di Belle Arti di Ravenna.

23 gennaio 1924: il Consiglio accademico dell’Accademia provinciale di Belle Arti di Ravenna delibera la creazione della prima Scuola pubblica del Mosaico del ’900. Il 10 febbraio 1924 il direttore dell’Accademia, il conte Vittorio Guaccimanni, pittore e incisore, a nome del Consiglio accademico emette un bando che segnala ai “giovani, che si avviano per la carriera artistica” l’apertura della scuola, inaugurata il 28 aprile e affidata a Giuseppe Zampiga. In quella scuola si formano i maggiori artisti e restauratori ravennati come Ines Morigi Berti, Sergio Cicognani, Lino Melano, Libera Musiani, Romolo Papa, Antonio Rocchi e Renato Signorini, che daranno vita, insieme a pochi altri, nel 1945, prima alla Bottega del Mosaico, e poi, nel 1948, al Gruppo Mosaicisti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna.

In scena Paola Babini, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, Giovanni Gardini, iconografo, Museo Diocesano di Faenza-Modigliana, Marco Santi, restauratore, regia Alessandro Argnani, con il sassofonista Francesco Albertazzi del Conservatorio statale Giuseppe Verdi.

Per informazioni 0544 482477. L’ingresso all’appuntamento di domenica 7 ha un costo di 10 euro che include la visita alla mostra Exodus – Umanità in cammino, del fotografo Sebastião Salgado.

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