RAVENNA. ErosAntEros presenta al teatro Alighieri, mercoledì 24 aprile (ore 21) la nuova produzione Santa Giovanna dei Macelli di Bertolt Brecht.
In scena la band cult slovena Laibach insieme a un cast internazionale composto dagli attori sloveni del Mladinsko gledališče, da attori del Théâtre National du Luxembourg, tra cui Marco Lorenzini, e dagli interpreti italiani Danilo Nigrelli e la stessa Agata Tomšič, fondatrice della compagnia ravennate insieme a Davide Sacco.
Una produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale in coproduzione con Slovensko mladinsko gledališče, TNL – Théâtre National du Luxembourg, ErosAntEros – POLIS Teatro Festival, Teatro Stabile di Bolzano.
Lo spettacolo, che chiude il Focus Lavoro, un palinsesto immaginato da ERT per la città di Bologna, che ha avuto inizio a gennaio con spettacoli e attività culturali dedicate, porta sul palcoscenico i temi dell’economia, la speculazione finanziaria, lo sfruttamento dei lavoratori: cuore pulsante del dramma di Brecht, divenuto un classico del Novecento, scritto in seguito al grande crollo della borsa di New York del 1929, che condusse, gli Stati Uniti prima e l’Europa poi, a dieci anni di crisi economica, fallimenti di industrie, abbandono delle terre, disoccupazione, miseria, fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Siamo a Chicago, capitale dell’industria della carne in scatola, durante la Grande depressione del 1929. Il magnate Mauler, interpretato da Danilo Nigrelli, ama atteggiarsi da filantropo, ma è mosso solo da ragioni personali di guadagno e cerca di salvarsi stritolando nelle sue speculazioni gli altri azionisti, le ditte concorrenti, i fabbricanti di carne, gli allevatori di bestiame, i piccoli risparmiatori. Contro di lui c’è la classe operaia, sulla quale ricade il peso maggiore della crisi. Giovanna Dark, Agata Tomšič, missionaria di un’organizzazione religiosa, i Black Hats, che va predicando l’umiltà e la preghiera per i quartieri poveri, tenta di convertire Mauler alla carità cristiana. Giovanna però finisce vittima dei suoi giochi demagogici e, involontariamente, cade in un trabocchetto dei padroni.
Lo spettacolo è l’occasione per ErosAntEros di confrontarsi con il collettivo musicale Laibach, a cui è affidata la composizione di undici brani originali con le parole di Brecht e l’interpretazione dell’Esercito della Salvezza dei Cappelli Neri, i Black Hats.
«Oggi viviamo nell’era della permacrisi – scrive la compagnia ErosAntEros – i centri di produzione si sono spostati, le grandi masse operaie non risiedono più nel privilegiato Occidente e i padroni sono più difficili da identificare, ma lo sfruttamento degli esseri viventi e delle risorse non si sono fermati, anzi, hanno generato altri mutamenti, come il surriscaldamento globale, le guerre, la pandemia e la crisi energetica, conseguenze dello stesso sistema economico malato. Tutto ciò, continua a rendere Santa Giovanna dei Macelli un testo attuale che affronta temi da noi non distanti».
Scioperi generali, conflitti internazionali, mancanza di diritti e precarietà fanno parte di un montaggio di diversi ordini di realtà, che entrano in dialogo con il testo fortemente politico di Brecht. Un dialogo che la compagnia crea attraverso il suo particolare linguaggio teatrale “documentato”, come gli stessi ErosAntEros definiscono, che fa interagire la propria estetica con fonti eterogenee e tracce di attualità, portate sul palcoscenico con l’utilizzo di immagini e video di fatti effettivamente accaduti.
Nel testo il mattatoio diventa la metafora delle condizioni dei lavoratori nella società capitalista: Brecht utilizza immagini di macellazione per descrivere la disumanità dei capitalisti, in particolare di Mauler “il re della carne”, “macellaio di carne umana”.
«Ciò che vogliamo – continua la compagnia – è fare interagire il testo con i dispositivi finzionali e i diversi linguaggi artistici che sono propri del nostro fare teatrale, come l’utilizzo del video dal vivo e il gioco con i diversi livelli di rappresentazione. Senza connotare le figure brechtiane con un’epoca precisa, ma con un’estetica, portiamo in scena i ricchi proprietari (industriali della carne in scatola, allevatori, speculatori di borsa), trattati da Brecht alla stregua di una banda di delinquenti e da noi trasferiti nel mondo virtuale quando svolgono le proprie contrattazioni; dall’altro lato della barricata, gli operai, poveri, sfruttati, licenziati, in balia di una crisi manovrata dai “giganti”, pronti a vendere tutto, anche se stessi, per un piatto di minestra; e, nel mezzo, l’Esercito della Salvezza i Black Hats, una band che riscuote successo tra le fasce più deboli distribuendo musiche e preghiere, espressione del concetto marxista di “religione come oppio dei popoli”, ma anche metafora degli intellettuali che per lucrare mediano a favore del potere. Diamo, inoltre, maggiore spessore al personaggio del Giornalista (Marco Lorenzini), che nel testo originale si divide tra strilloni, giornalisti e giornalai, facendogli assumere, attraverso il filtro del media televisivo, il ruolo di intermediario delle informazioni tra i personaggi dello spettacolo e gli spettatori».
Creando un parallelismo con il capitalismo contemporaneo globalizzato, la compagnia sceglie di rappresentare lo spettacolo in più lingue, opportunità resa possibile dalla collaborazione di diversi coproduttori europei, suddividendo drammaturgicamente l’utilizzo delle quattro lingue (italiano, sloveno, tedesco e inglese) tra i diversi personaggi: i Lavoratori parlano in sloveno e sono incarnati da quattro attori del Mladinsko gledališče (Klemen Kovačič, Ivan Peternelj, Katarina Stegnar, Matija Vastl); i Proprietari parlano in tedesco (Felix Adams, Maximilien Ludovicy-Blom, Wolfram Koch, Pitt Simon, Philippe Thelen); i Black Hats cantano in inglese (Laibach); Mauler (Danilo Nigrelli) parla in italiano, ma quando si rivolge ai proprietari è tradotto in tedesco dal suo intermediario Slift, interpretato da un attore sloveno, sempre del Mladinsko, poliglotta che recita anche in italiano e inglese (Blaž Šef); Giovanna Dark (Agata Tomšič) parla in italiano, ma si rivolge ai lavoratori in sloveno; il Giornalista (Marco Lorenzini) utilizza la lingua della comunicazione: l’inglese.
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