“Non dirmi che hai paura” al Ravenna Festival

RAVENNA. “Sappiamo che siamo diverse dalle altre atlete (…) ma vorremmo dimostrare la nostra dignità e quella del nostro Paese”: Samia Yusuf Omar non conquista nessun podio alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 – in gara arriva ultima – ma diventa simbolo di riscatto e libertà per le donne di un Paese sempre più dominato dall’integralismo religioso.  

La storia della velocista somala che Giuseppe Catozzella ha raccontato nel romanzo vincitore Premio Strega Giovani nel 2014 diventa ora un’opera teatrale musicale in prima assoluta a Ravenna Festival lunedì 8 luglio, alle 21 al Teatro Alighieri. Da un’idea di Giorgia Massaro, con la regia di Laura Ruocco, la supervisione all’adattamento di Catozzella e la supervisione artistica di Ivan Stefanutti, Non dirmi che hai paura accosta composizioni originali di Alessandro Baldessari a musiche di Peter Gabriel e Jill Gabriel, eseguite su licenza di Real World Music Ltd e arrangiate dallo stesso Baldessari. Avvalendosi anche di coreografie di Giulio Benvenuti e testimonianze video (incluse quelle di atleti rappresentanti del Programma Olimpico per i Rifugiati), Non dirmi che hai paura restituisce voce a Samia e al suo desiderio di raggiungere l’Europa per continuare ad allenarsi per Londra 2012, un sogno su cui si sono chiuse le acque del Mediterraneo. Lo spettacolo è parte de Le vie dell’Amicizia: quest’anno lo speciale progetto di Ravenna Festival, che dal 1997 disegna ponti di fratellanza e promuove il dialogo attraverso il linguaggio universale della musica, è infatti dedicato al dramma dei migranti. Non dirmi che hai paura è possibile grazie al sostegno di Reclam Edizioni e Comunicazione.

“Per me la storia di Samia è un volo – scrive Laura Ruocco nelle note di regia – Non solo per il suo sport, la corsa; ma soprattutto per la sensazione di determinazione e libertà che si respira dalla personalità di questa giovane ragazza somala. È aria, velocità, gioco, libertà appunto, ma anche lavoro, disciplina, sudore. Eccolo, per me, il fulcro della sua storia ed ecco il senso dello spettacolo. (…) Perché in fondo, noi tutti siamo Samia. Noi tutti siamo un concentrato di affetti, di passioni da alimentare, di speranze per cui lottare, di viaggi da intraprendere. Non vorrei portare in scena uno spettacolo sul tema dell’immigrazione, ma uno spettacolo su una giovane e bravissima atleta costretta ad emigrare.” Giuseppe Catozzella, autore del romanzo, aggiunge: “Se è vero, come per l’epica classica, che la storia di Samia è una questione di vita o di morte, che l’eroina lotta per ciò che c’è di più vero e di più importante, che invoca le forze terrene e quelle ultraterrene pur di affrontare la sovrumana avventura di diventare se stessa e rappresentare così, in questa tensione, ogni essere umano – il desiderio di sondare la nostra libertà, di scovare il coraggio per strapparci alle origini, se esse ci impediscono di vivere e di diventare chi vorremmo – se tutto ciò è vero, allora questa storia deve consumarsi sotto i nostri occhi, stagliandosi su una scena”.

Da subito ho pensato al coinvolgimento di Peter Gabriel – sottolinea Laura Ruocco – Alcune sue canzoni sembravano scritte appositamente. Sapevo di trovare un’anima sensibile. Sapevo che avrebbe messo la sua arte a disposizione del racconto”. Brani cult evidenziano momenti cruciali della narrazione: Mother of Violence è il momento più drammatico del viaggio verso l’Europa, mentre Don’t Give Up è il “mantra” con cui il padre di Samia educa le figlie e Come Talk to Me rappresenta il dialogo tra Samia e la sorella. Ma si ascolteranno anche A Different DrumRed RainKiss of Life e Courage. Nell’accostare i propri brani a quelli di Peter Gabriel, Alessandro Baldessari ha scelto strumenti di tutto il mondo – tra cui il duduk, l’oud, il ney, il taishōgoto e varie percussioni mediorientali e asiatiche – accanto alle sonorità di sintetizzatori e campionatori ed elementi di sound design.

Nella contaminazione di linguaggi, ogni ingrediente contribuisce alla narrazione: per esempio, una coreografia di Giulio Benvenuti – che ha inserito elementi di atletica nel più tradizionale linguaggio della danza – muta i corpi in sabbia per raccontare il viaggio nel deserto, mentre l’installazione video realizzata con riprese subacquee traduce in scena le ultime pagine del romanzo. Nelle riprese inserite per raccontare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino sono stati coinvolti Mahdia Sharifi eHadi Tiranvipour, due atleti di taekwondo che appartengono al programma olimpico per i rifugiati, promosso dal CIO dal 2016 (Tiranvipour gareggerà alle Olimpiadi di Parigi a luglio). Se Samia adulta è interpretata da Giorgia Massaro, nel cast compaiono volti noti come Jonis Bascir (il padre Abee) e Helen Tesfazghi (la sorella Hodan), mentre Madior Fall (visto in Zero su Netflix) debutta a teatro come Alì, l’amico fraterno di Samia. Dalla scena del teatro musicale arrivano Brian Boccuni (Ahmed), Mariachiara Di Giacomo (la madre) ed Elisa Lombardi nei panni di Fawday, personaggio creato appositamente per lo spettacolo, sorta di coro greco e coscienza che ci mette a parte dei pensieri di Samia. I giovanissimi Eleonora Di Luca, Edoardo Grimaldi e Maya Cito sono invece Samia, Alì e Hodan bambini. Un cast di nazionalità e background differenti, all’insegna della contaminazione.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org

Questo post è stato letto 424 volte

Commenti Facebook