Aveva promesso un immediato blocco dell'inflazione
Non sarà l’Ucraina la possibile buccia di banana di Trump, ma lo possono essere le uova. Mentre tutti i continenti si preoccupano (giustamente) degli esiti del conflitto in Ucraina e del nuovo ordine mondiale, per il presidente degli Stati Uniti non ci sono notizie buonissime. A meno di due mesi dall’insediamento la borsa non premia le scelte politiche del nuovo inquilino della Casa Bianca, anche i sondaggi non lo spingono: il gradimento è in continuo calo. Ma il rischio maggiore lo corre sulle uova.
Significativo è quello che ieri Elena Tebano ha scritto sul Corriere della Sera: mentre il mondo è sotto choc per le decisioni quotidiane con cui Donald Trump prende a picconate le regole internazionali e le istituzioni al cuore della democrazia americana e dell’ordine mondiale, il destino politico dell’America si gioca su qualcosa di molto più concreto e apparentemente modesto.
Le uova del resto sono un alimento base degli americani (ne consumano almeno cinque a testa a settimana): in cinque anni il prezzo è aumentato da 1,5 a otto dollari a dozzina. E’ ovvio che su questo Trump non ha responsabilità. Ma il focoso presidente in campagna elettorale aveva promesso un calo dei prezzi “fin dal primo giorno”, cosa che, invece, non c’è stato. E questo rischia di diventare un boomerang per la presidenza Trump. Del resto, tutti gli elettori sono piuttosto sensibili ai rialzi dell’inflazione. Ma quelli americani in modo particolare.
Lo dimostra quello che è successo nell’ultima campagna elettorale: nonostante l’economia Usa fosse abbastanza solida, il presidente Biden è finito nel mirino degli elettori a causa dei continui rialzi dell’inflazione.
Questo dovrebbe essere un monito per tutta la classe politica. Bisogna fare attenzione a fare delle promesse che poi non possono essere mantenute. In particolare quando queste hanno una ricaduta diretta sulla classe media e su quelle più povere.
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