Lo dimostra l'economia, ma anche le tante iniziative create. Ad esempio Romagna Iniziative, Romagna Solidale o la Wellness Valley. Ora c'è Fattore R che è partito molto bene, ma deve consolidarsi anche intervenendo su alcune mancanze
Che Cesena sia una città vitale e innovativa credo non ci siano dubbi. Lo dimostrano i risultati ottenuti a livello imprenditoriale. Non tanto perché c’è un altissima concentrazione di aziende leader a livello nazionale, ma non solo. Ma, soprattutto, per la capillare presenza di piccole e medie imprese. Molte partite come botteghe artigianali.
Ma la dimostrazione della vitalità di Cesena è dimostrato anche da altre due iniziative: Romagna Iniziative e Romagna Solidale. La prima è un consorzio, la seconda una Onlus. Cambiano i fattori, ma non il prodotto: la prima supporta il mondo dello sport, la seconda il sociale. In entrambi i casi gli imprenditori hanno capito che unendo le forze si ottengono risultati migliori per contribuire allo crescita di una società. È molto meno utile procedere in ordine sparso sull’onda soprattutto di inutili personalismi.
Ma Cesena è la città che ha partorito anche la Wellness Valley, idea di Nerio Alessandri, fondatore di Technogym. È l’iniziativa che vuole fare della Romagna il primo distretto internazionale di competenze nel Benessere e nella Qualità della vita delle persone partendo dalla valorizzazione del patrimonio umano, sociale, storico, artistico, naturale ed enogastronomico del territorio.
È legata a filo doppio alla Wellness Foundation che ogni anno organizza un workshop che ha l’obiettivo di fare il punto della situazione sui risultati raggiunti e di fissare nuovi obiettivi per il futuro. La partenza era stata roboante. Gli appuntamenti successivi sono stati di qualità, ma non hanno avuto il respiro che si pensava potesse abete il workshop made in Alessandri. Ma, forse è giusto così. L’iniziativa si occupa solo di un determinato settore dell’economia, quindi è giusto che si concentri su quello senza dispersioni che sarebbero inutili.
Ma la vitalità dei cesenati non si è fermata. Ed è stato partorito “Fattore R”. Il risultato è stato ottimo, è andato oltre le aspettative. Non erano pochi quelli che facevano sorrisi ironici quando si parlava della Cernobbio di Romagna. Si sono ricreduti. Adesso però viene il difficile: consolidarsi. Per prima cosa bisogna dare gambe per correre allo studio di Ernst & Young. È stato il valore aggiunto. Ha dato importanti stimoli non solo al mondo imprenditoriale, ma al sistema Romagna. Sarebbe un peccato farli cadere nel vuoto. A farsene carico dovrebbe essere anche la politica.
Ma per consolidarsi “Fattore R” deve passare anche attraverso la correzione di alcune pecche emerse nella prima edizione. Fra i relatori è mancata la presenza femminile, assenza notata e sottolineata anche dal conduttore. Poi è stato dato pochissimo spazio alla cooperazione, una realtà che in Romagna ha un peso specifico molto alto. Poi serve un approfondimento sul turismo. Ma non solo mare. Quando si parla di turismo in Romagna lo si accosta a sole, mare e spiaggia. Invece nell’entroterra abbiamo una ricchezza enorme rappresentata dalle città d’arte e dai piccoli borghi e che interessano un turismo diverso da quello balneare.
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