D’altronde gli stessi indicatori economici degli ultimi anni hanno evidenziato come l’Emilia Romagna unita sia stata fra le regioni a crescita più robusta dopo la crisi del 2008-2014, con i dati sull’export e sul turismo in testa nelle classifiche nazionali ed ai primi posti a livello europeo. Perché quindi continuare cocciutamente a pensare che divisi sia meglio?
Romagna, basta la Provincia unica. Dopo l’ultima sventagliata di polemiche estive con la Lega Nord impegnata ancora una volta a chiedere la divisione fra Emilia e Romagna, la netta convinzione è che la Provincia unica romagnola, dopo il flop del Referendum costituzionale del dicembre 2016, sia la soluzione migliore per l’assetto istituzionale del territorio, da decenni attraversato da spinte “secessioniste”, molto spesso ingiustificate. Certo, non si può rimanere fermi nello stallo attuale, con le Province (Ravenna, Forlì/Cesena e Rimini) insieme a tante altre in Italia, che devono fare i conti e non solo con una riforma rimasta a metà, che le ha di fatto svuotate di poteri e di risorse. Per questo il percorso della Provincia unica romagnola, già al centro del dibattito politico da alcuni anni, deve necessariamente essere calendarizzata a stretto giro. Il 2019 potrebbe essere l’anno più adatto, dopo che alcune grandi città (Cesena e Forlì ad esempio) avranno eletto le nuove amministrazioni comunali.
D’altronde gli stessi indicatori economici degli ultimi anni hanno evidenziato come l’Emilia Romagna unita sia stata fra le regioni a crescita più robusta dopo la crisi del 2008-2014, con i dati sull’export e sul turismo in testa nelle classifiche nazionali ed ai primi posti a livello europeo. Perché quindi continuare cocciutamente a pensare che divisi sia meglio? Davvero incomprensibile, soprattutto alla luce della nuova iniziativa assunta a livello istituzionale dal presidente Bonaccini, che a metà ottobre ha firmato col presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, una dichiarazione di intenti non di poco conto. «A seguito della risoluzione adottata il 3 ottobre dal Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna – si legge nella dichiarazione di intenti pubblicata sul sito del governo – al fine di ottenere forme e condizioni particolari di autonomia, il Governo e la Giunta regionale intendono dare corso a tale proposito». Le materie interessate «saranno oggetto di ogni necessaria valutazione, da compiere anche in forma bilaterale, in modo da perseguire un esito positivo sia per la Regione sia per l’ordinamento repubblicano sia, soprattutto, nell’interesse del Paese». Soddisfatto Bonaccini: «La dichiarazione di intenti che abbiamo firmato è per noi motivo di grande orgoglio e dimostra la volontà del Governo di prendere sul serio la nostra richiesta».
(articolo dal n.10/2017 della Romagna Cooperativa)
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